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Aborto: sul battito del feto polemica elettorale
Il battito del cuore di un feto nel grembo materno è percepibile con i più diffusi strumenti diagnostici all’ottava settimana di gravidanza: un ritmo accelerato che tutti i genitori ricordano con emozione, alla prima ecografia. Il segno di una vita umana che prende forma ma che già fa udire chiaro e forte. Impressiona la distanza siderale tra questa umanissima realtà e la polemica elettorale che si è scatenata ieri quando Elisabetta Piccolotti, candidata di Sinistra Italiana, ha dichiarato in una conferenza stampa alla Camera che «abbiamo segnalazioni da parte di donne che volevano interrompere la gravidanza e da diverse associazioni femministe che in Umbria (Regione a guida centrodestra, ndr) sta già accadendo quello che accade in Ungheria dove da oggi le donne che intendono interrompere la gravidanza saranno costrette ad ascoltare il battito del feto». La modifica alla legge ungherese sull’aborto, come ha riferito ieri Avvenire, prevede che prima di procedere all’aborto i medici presentino alla donna la prova «chiaramente identificabile delle funzioni vitali del feto». In termini di leggi italiane, è il consenso informato: prima di compiere una scelta irreversibile occorre essere consapevoli di ciò che è e delle sue conseguenze. Ma la rivelazione ha aperto una valanga di dichiarazioni contro «una pratica che tenta di esercitare una pressione psicologica e un ricatto morale inaccettabili» (Monica Cirinnà, Pd), «un atto crudele, una forma di tortura» che «trasforma il dramma in tragedia» (Nicola Zingaretti, Pd) mentre Emma Bonino (+Europa) dice che «fino a stamattina non pensavo che l’aborto in Italia potesse essere a rischio a livello legislativo con l’eventuale vittoria di questa destra» e il ministro della Salute Roberto Speranza – anch’egli Sinistra italiana – parla di «uno scenario totalmente irricevibile, fuori dalla norma vigente», anche se poi si dice «non a conoscenza diretta della dichiarazione rilasciata, ma se ci sono elementi va valutata una eventuale ispezione». Rincara Valeria Valente (Pd): «Abortire è sempre un trauma, penalizzare e colpevolizzare in questo modo le donne significa di fatto limitare la loro libertà di scelta». Dal centrodestra si alza la voce di Eugenia Roccella, candidata per Fdi, che allarga il discorso: «Giorgia Meloni vuole (continua a leggere https://www.avvenire.it/vita/pagine/umbria-aborto-sul-battito-del-feto-una-polemica-elettorale)