Parrocchie
Abbandonata nelle braccia del Signore
È il 4 novembre e, ogni 4 del mese, presso la parrocchia della Sacra Famiglia, viene celebrata una messa in memoria della nascita in Cristo di Giada Menicagli. A fine Messa un familiare o un amico di Giada legge una lettera tra le numerosissime missive giunte alla famiglia Menicagli da persone che hanno conosciuto o ammirato la giovane catechista innamorata del Signore e che continuano a pregare per lei e con lei per essere loro stessi più vicino a Dio. Nel mese dei santi e della commemorazione dei defunti, la famiglia Menicagli ha ricordato Giada attraverso una lettera, che troviamo anche nel libro “SCHEGGE Giada Menicagli”: scritta da Franco Amantea.
Ecco il testo:
AL SIGNORE E’ PIACIUTO PROSTARLA NEL DOLORE.
Una delle pagine più belle della Bibbia è per me la pagina del libro dell’Apocalisse di Giovanni – 7,9-17 – poiché oltre ad essere una pagina profetica è un inno all’ottimismo, un quadro dove l’autore ha impresso delle pennellate così forti, così cariche di significato che non può che indurre alla speranza.
Perché, direte voi, ti rifai a questa pagina per parlare di Giada? Ma perché “questa moltitudine di persone avvolte in candide vesti ….. persone che hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello ” a me piace pensarle come una schiara di persone “sante”.
Scorrendo il calendario degli uomini possiamo leggere tutti coloro che sono stati chiamati tali dalla Chiesa; c’è poi un calendario “divino” composto da quella “moltitudine” di persone sante di cui nessuno conosce l’identità se non le persone più intime che hanno condiviso la loro vita, che hanno sperimentato, vissuto la loro sofferenza, il loro sacrificio.
Bene, fra queste persone io metterei Giada! Sì Giada perché con la sua fedeltà, con la sua purezza, con la sua sofferenza, ha emulato Cristo, il Santo dei santi.
Al Signore è piaciuto “prostrarla nel dolore” e la risposta di Giada è stata ancora una volta di totale abbandono a Lui, fedele fino in fondo come il Cristo, fino alla morte, alla morte di Croce.
Giada è quindi una santa perché fa parte di quella moltitudine di persone che ha percorso la strada che porta al Calvario, in silenzio, con rassegnazione cristiana e piglio di chi mette la propria vita al secondo posto perché il primo, per lei, c’era il servizio e la carità.
Un altro pensiero.
Ho detto che Giada è per me una santa, ma a me piace pensarla come una “persona rapita”, rapita dal Signore e se è una persona rapita è ancora qui, in mezzo a noi anche se non possiamo vederla, toccarla, parlarle.
E questo lo dico a conforto di voi, amici cari Manuela e Roberto, e con l’augurio che sapendo Giada, “Santa e rapita”, possiate, con l’aiuto del Signore e con le preghiere di coloro che vi vogliono bene, affrontare la grande “tribolazione” della vita per essere anche voi, un giorno santi come lei che ci ha indicato la strada che conduce alla redenzione, alla santità.
Che il Signore vi sia vicino e faccia risplendere su di voi la Luce del Suo volto.
Franco Amantea
Lettera tratta dal libro “SCHEGGE Giada Menicagli” edito il 29 giugno 2006
Festività del Santi Pietro e Paolo.
La lettera di Franco Amantea coglie nel segno il significato dell’abbandonarsi totalmente alla volontà di Cristo, come fece Giada durante la sua sofferenza in questo mondo. Non a caso, penso, abbia citato dei passi dell’Apocalisse di Giovanni: non solo si parla di moltitudine di persone che hanno seguito la via di Cristo nella santità, ma ricordiamoci che l’Apocalisse è il libro della Speranza che parla della fine dei tempi in questo mondo per aprire la Porta verso l’eternità con la resurrezione, momento in cui i giusti vivranno nella gioia e nella luce di Dio. Ecco, infatti, che Giada, sulla terra è sempre stata una persona giusta, fedele a Cristo e a Maria, caritatevole e dono per i sofferenti, per gli ultimi, quindi, ora si trova in una dimensione in cui già vive la bellezza di Cristo, già intercede presso di Lui per gli ultimi, ed è in attesa della fine dei tempi per potere risorgere nella luce di Dio.