A proposito di adolescenti

Gli adolescenti oggi sono passati dalla memoria della storia al culto dell’emozione ma hanno bisogno della storia per capirsi e non rischiare di essere come una pianticella di rizoma, senza radici e senza foglie, ovvero persone senza genesi e senza futuro ma solo attimo fuggevole. Gli adolescenti oggi vivono in prima persona una situazione di profondo trapasso culturale nel quale sono immersi pressoché inconsciamente. Essi hanno bisogno dell’altro diverso da sé (dell’adulto, del giovane) per congiungersi ed ancorarsi al prima di sé che li ha generati (biologicamente e culturalmente), per decifrare e discernere il tempo presente nel quale sono immersi, per crescere come persone libere ricercatrici assidue del vero, del giusto, del bene. Oggi gli adolescenti non sono né indifferenti né tanto meno contrari ad un annuncio evangelico, piuttosto sono altrove, ovvero sono immersi in un universo culturale, in un campo semantico, linguistico, in un “ragionamento estetico” che è “altrove” rispetto a quello tradizionalistico di molti operatori pastorali.

In queste prime considerazioni tenteremo di descrivere questo “altrove” cercando di delineare le principali caratteristiche dell’adolescente di oggi che chiameremo “adolescente digitale” 2. L’adolescente digitale “Non mi interessa!” oppure “A che serve?” Due risposte tipiche degli adolescenti, prive normalmente di aggressività ma manifestanti un rapporto comunicativo difficile. Perché tutto questo? Qual è la causa di questa incomunicabilità fra le diverse generazioni che diviene universale e palese per tutti, generalmente, nella fase dell’adolescenza? La radice di questi comportamenti è da ricercarsi in un avvenimento socioculturale che sta permeando tutto l’occidente. “L’ambiente tecnologico moderno, in particolare l’invasione dei mass-media e l’utilizzazione degli strumenti elettronici nella vita quotidiana, modellano progressivamente un diverso comportamento intellettuale e affettivo delle nuove generazioni”. L’espressione “ambiente tecnologico” va presa nel senso più ampio. Vi si include tanto i computer quanto i grandi mass-media, gli smartphone, i social, i computer di bordo delle auto, insomma, tutto quell’insieme di strumenti che programmano la nostra giornata, la semplificano, la controllano e modificano i nostri modi di apprendere e di comunicare. Oggi a causa di questo nuovo “ambiente tecnologico”, sta nascendo, in mezzo ai ragazzi, un nuovo tipo di cultura, che è anzitutto un “missaggio” di due culture, interpretazioni di due linguaggi. Non è una cultura dell’esclusione, ma della “mescolanza” o meglio della stereofonia ove la dimensione sensitivo-affettiva si “mixa” con quella concettuale e quella intuitiva con quella deduttiva. Stanno crescendo insieme due strade nettamente differenziate nella loro forma. Esiste “l’elettronica spettacolo” (cioè televisione, internet, cinema, musica, giochi) che dà vita ad una cultura simbolica e intuitiva, ed esiste “l’elettronica informatica” che dà origine a una cultura estremamente razionale e rigorosa. “L’ambiente tecnologico” oggi sta facendo crescere in mezzo ai ragazzi una nuova cultura che è “missaggio”, fusione di queste due strade, la simbolica intuitiva e la logica razionale. In questa nuova cultura nella quale vivono gli adolescenti, è molto importante, oserei dire centrale, il simbolico, il ludico, l’artistico, il musicale e l’ecologico. È una cultura intimamente impastata di affettività, di ragionamenti analogici e di ritorni all’inconscio. L’ambiente tecnologico sta facendo crescere una cultura del “missaggio”.

Gli adolescenti crescono in questa nuova cultura e ne imparano il linguaggio che abbiamo definito “digitale”. Gli educatori sono chiamati ad accostarsi al nuovo senza pregiudizi di nessun tipo, né da conservatori (il nuovo è sicuramente peggiore del vecchio), né da giovanilisti (il nuovo è certamente migliore del passato), bensì con un sano realismo. Una visione oggettiva delle cose ci porta a leggere luci ed ombre dell’adolescente digitale. È a partire da questa iniziale identità personale che dovrà muovere una proposta di spiritualità dell’adolescente. Proviamo ad evidenziare alcuni tratti salienti dell’adolescente di oggi con alcune domande. • Il potere di concentrazione degli adolescenti è in ribasso? “Le principali accuse che la cultura tradizionale muove nei confronti della giovane generazione sono le seguenti: «il livello di intelligenza s’è abbassato», «i ragazzi sono incapaci di concentrarsi», «mettono tutto sullo stesso piano», «sono passivi», «c’è una perdita di ragionamento e di spirito critico», «parlano di tutto e non sanno niente», «vivono altrove»”. C’è da osservare che molti adulti stentano a concentrarsi su certi punti sui quali invece i ragazzi riescono a fissarsi intensamente. Questo allora ci porta a dire che c’è negli adolescenti un calo di capacità di concentrazione, ma solo in determinati ambiti e solo secondo le modalità tradizionali. Quando un concetto è proposto agli adolescenti in maniera totalmente teorica e avulso dal quotidiano, per loro è difficile concentrarsi, ma non è così quando il medesimo concetto è presentato per mezzo di una comunicazione carica di ritmo, di immagini, di suoni, di vibrazioni. • Una passività accentuata? Essa non proviene dal fatto che si guardi la televisione o che si sia esposti a mille mass-media, ma forse dal fatto che la forza d’impatto di questi media e della società che li sottende è troppo violenta per la soggettività degli adolescenti. Essi sono «rimpinzati», nel senso forte del termine, cioè obbligati a riempirsi, obbligati ad essere copia conforme di ciò che la pubblicità, i genitori, la scuola e gli psicologi si aspettano da loro. Le voci che vengono dall’esterno sono così forti, ciò che li circonda è così implacabile, che essi non riescono più ad ascoltare ciò che hanno in testa. Ciò che rende passivi, è il conformismo al sistema, senza possibilità di critica o di interiorizzazione.

Qualunque sia il sistema politico, la nostra società non ha mai esercitato un’influenza così pregnante e violenta. Si comprenda quindi l’importanza di una comunità parrocchiale, di un gruppo associativo, per colmare le povertà educative familiari e per favorire lo sviluppo di una personalità, di una spiritualità dell’adolescente critica e attiva. Da soli ci si abbandona sovente al conformismo, si è passivi; insieme si progetta il cambiamento anche radicale della realtà. • Nell’adolescente c’è la perdita dello spirito critico o del ragionamento? Sovente si sente affermare che oggi l’uomo è in pericolo di perdersi, perché il ragionamento sta scomparendo e, con esso, lo spirito critico. I più colpiti da questa epidemia sarebbero ovviamente gli adolescenti. Ma di quale decadenza si tratta — se veramente c’è decadenza — e perché? L’uomo digitale ragiona, forse in modo diverso, ma ragiona. Naturalmente c’è il ragionamento buono e quello cattivo. Semmai c’è da far notare che nella civiltà dei media l’uomo corre soprattutto il rischio di falsare il ragionamento per irruzione dell’affettività. Sappiamo benissimo che il cuore ha delle ragioni che la razionalità non conosce, ma purtroppo il cuore vuole imporre le proprie leggi. L’affettività sembra decidere su tutto, col risultato di rendere difficile un approccio oggettivo. Questo è il vero rischio che si sta correndo. Questo è un limite reale dell’adolescente figlio dell’ambiente tecnologico e della “cultura del rizoma”. Di quella cultura contemporanea che implicitamente ed esplicitamente afferma: “ciò che mi dona piacere è bene, ciò che mi dona dolore è male”. In questa valutazione etica, come si può facilmente notare, entra molto la sensitività e poco la verità. Siamo dinanzi ad una sorta di «ragionamento estetico». Se nel procedimento logico tradizionale si è a lungo diffidato dell’immaginazione e dell’affettività, oggi l’universo digitale (e non solo esso) ci ha condotto a reintegrare questi due “partner” nell’atto di comprendere. Però questi due elementi vi entrano con una tale forza emotiva da condurre la persona, specie l’adolescente, a perdere la percezione chiara della realtà. L’immaginazione e l’affettività sono così istintivamente persuasive da provocare nell’adolescente (e non solo in lui) una sorta di distacco dalla realtà e quindi un’incapacità a valutare i fatti, gli avvenimenti, le questioni, con spirito critico, con un ragionamento che prima di tutto ne va a verificare la bontà e la verità.

Non c’è quindi nell’adolescente digitale perdita di spirito critico o del ragionamento, bensì difficoltà ad esercitarlo a causa dell’invadenza della dimensione istintuale affettiva. Occorre pertanto che gli educatori valutino l’importanza notevole che oggi ha l’educazione affettiva, l’educazione “del cuore” degli adolescenti, dei giovani. Trascurare oggi l’educazione affettiva è esporre gli adolescenti e più in generale i giovani, al rischio di essere vittime della propria biologia, della propria istintualità, e non padroni della propria storia, della propria vita.