A Maria chiediamo la pace!

Anche quest’anno la Festa del Voto è iniziata in Piazza Grande con l’omaggio floreale al dipinto della Madonna di Montenero posto all’ultimo piano di un edificio sovrastante la piazza. Come sempre i Vigili del Fuoco sono stati molto abili nell’abbellire e collocare un quadrato di fiori attorno al dipinto, una operazione che richiede sempre un po’ di tempo, mentre il Vescovo, Mons. Giusti, alcuni sacerdoti, i tanti rappresentanti delle Associazioni cattoliche e di volontariato e i moltissimi cittadini intonavano il Rosario. Presente anche il Sindaco Luca Salvetti, il Presidente della Provincia Pietro Caruso e le autorità militari che al termine delle preghiere si sono riversate in Cattedrale.

Nell’aprire la concelebrazione Mons. Giusti ha fatto riferimento alle parole del Sindaco Salvetti, pronunciate al termine del Rosario: la coincidenza delle date della Festa del Voto e della Giornata della Memoria, perché ha ricordato come la Madonna sia stata una giovane ebrea che si è affidata al Signore. Alla Madonna delle Grazie -ha detto- chiediamo la pace, che si possa arrivare finalmente a un compromesso che metta fine ai lutti e per questo liberiamo i nostri cuori da ogni cattiveria.

Nell’omelia il Vescovo nello spiegare il brano del Vangelo sulle nozze di Cana ha chiarito che lì “c’è il riassunto di tutta la missione di Cristo”. Durante il pranzo manca il vino, Maria è attenta ai commensali e invita Gesù ad agire, e Gesù vuole che si penetri nel suo mistero e accoglie l’invito di Maria ad intervenire al suo “fate quello che egli vi dirà”. Vino e acqua sono elementi importanti per la vita dell’uomo e con quel miracolo “Gesù getta le basi di una società cristiana basata sul dono”, quindi “al di fuori di ogni individualismo e di ogni cattiveria”. Bisogna credere in Lui, perciò è una bestemmia ciò che succede nelle guerre in Medio Oriente e in quella tra Russia e Ucraina dove si affrontano due popoli cristiani. “Non si può uccidere”. Gesù ci dice di amare, dobbiamo essere persone -ha continuato Mons. Giusti- che prendono sul serio il bene che Dio ci dona, dove Maria intercede per noi. A Cana Gesù dà inizio ad una festa che non avrà mai fine, dunque “la nostra deve essere una civiltà basata sul dono”.

Nel continuare l’omelia il Vescovo ha fatto poi riferimento ai dati Istat e ai quotidiani riferendosi alle situazioni di disagio presenti in Italia. Ad esempio “abbattere gli autovelox è un segno di malessere della società”, “non si può non pensare a tutti i drammi e ai lutti per mancanze di regole che sono avvenuti anche nella nostra città”. Ci troviamo di fronte ad una società sempre più individualista. Il prossimo? E’ il cellulare! “Si è smesso di educare sia in famiglia che a scuola”. Dunque non c’è più educazione. Occorre invece che i cristiani si impegnino soprattutto nel volontariato. Il servizio di volontariato può essere svolto anche nelle parrocchie, “bisogna sporcarsi le mani per chi ha bisogno”, perché “l’individualismo va sempre a scapito del bene comune”. Oggi ci troviamo di fronte a tante persone sempre più sole, le stesse convivenze sono minate perché “ciascuno vuole avere la propria libertà”. Si vogliono sempre soddisfare i propri desideri, ma tutto ciò alla fine “produce una grande tristezza”. E’ l’anno di don Milani, il suo “mi interessa”, l’impegno che nella società può avvenire nella città, nel proprio quartiere, vuol dire “mi rimbocco le maniche e mi interesso anch’io”. L’interesse per il fratello non può essere staccato dalla carità per potersi donare completamente senza paure, perché “tutto posso in colui, Gesù, che mi dà la forza e la gioia”.

Dopo l’omelia del Vescovo il rito è continuato con l’offerta della cera come adempimento del voto alla Madonna di Montenero.

Guarda le foto scattate da Antonluca Moschetti

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