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A Firenze l’incontro dei vescovi del Mediterraneo
La Chiesa italiana torna a Firenze. Non da sola, stavolta. Ma con tutte le Chiese del Mediterraneo. Dopo il Convegno ecclesiale nazionale del 2015, sarà il capoluogo toscano a ospitare nel 2022 il secondo incontro dei vescovi dei venti Paesi affacciati sul grande mare. È la terra del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, mente dell’appuntamento che ha esordito nel febbraio 2020 a Bari dove per la prima volta nella storia si sono riuniti i pastori del bacino. Ed è soprattutto la terra di Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di cui è in corso la causa di beatificazione che con i suoi Colloqui mediterranei a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta aveva avvicinato le sponde del mare e lanciato la sua profezia di dialogo intorno a quello che lui chiamava il «grande lago di Tiberiade». L’annuncio del prossimo G20 ecclesiale è arrivato durante l’Assemblea generale della Cei: non solo è stato reso noto che si svolgerà lungo l’Arno ma che è in programma nei primi mesi del prossimo anno, probabilmente fra febbraio e marzo.
«L’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente, le disuguaglianze fra le nazioni che la pandemia ha accentuato come mostra la mancanza di un’equa distribuzione dei vaccini, il dramma delle migrazioni che continua a trasformare i nostri mari in cimiteri ci dicono che c’è più che mai bisogno di pace fra i popoli del Mediterraneo», spiega il cardinale Bassetti. E racconta le ragioni della scelta di Firenze. «La Pira, dopo aver già sperimentato i Colloqui mediterranei, scriveva nel 1965: “Noi crediamo che il luogo più adatto per questo incontro, per questo dialogo, per questa riconciliazione fra i popoli di Abramo sia Firenze”. E aggiungeva: “Essere sede della pace e, perciò, vicaria e sorella di Gerusalemme appartiene alla vocazione presente di Firenze: alla missione storica più impegnativa cui Dio – nel concerto dei popoli – oggi la destina”. Faccio mie le parole del venerabile. E ringrazio il cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, che ci accoglierà con sapienza e disponibilità». Quindi Bassetti tiene a ricordare che «Firenze è la culla di quell’umanesimo impastato dalla visione cristiana in cui anche io sono maturato. Una civiltà basata sulla dignità incalpestabile della persona che rinuncia a ogni volontà di oppressione del povero e a ogni forma di sopraffazione».
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