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Da dove nasce la speranza?

Grazie ai mezzi multimediali ognuno dalla propria città può ugualmente seguire gli incontri: anche a Livorno

Parole chiave: meeting rimini (14)
La diretta con Don Julián Carrón

Il Meeting di quest’anno è veramente un’edizione speciale. La pandemia non permette alla moltitudine di persone che vista ogni anno, nel mese di agosto, la Fiera di Rimini di potere partecipare. Grazie ai mezzi multimediali ognuno dalla propria città può ugualmente seguire le dirette degli incontri.

Questa sera c’è la diretta con Don Julián Carrón, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione che parla della speranza che entra nel mondo presente.

Attenti alle norme igieniche ci riuniamo, qui a Livorno, con un gruppo di amici, con le mascherine e a debita distanza nella Sala parrocchiale della Chiesa del Rosario per ascoltare in diretta streaming la risposta alla domanda: Da dove nasce la speranza?

La gioia di incontrarsi è grande. “Il risveglio dell’umano si verifica proprio quando stando davanti a ogni crisi con una apertura alla provocazione che questa crisi significa noi possiamo vedere in atto il risveglio” ci dice Don Julian “di una creatività, di una capacità di coinvolgere le persone”. Il Meeting 2020 è la testimonianza di questo risveglio.

“La speranza nasce quando succede qualcosa nel presente, lì dove vivo, in quella situazione succede qualcosa che mi spalanca lo sguardo”.  “La speranza, dice Don Giussani, è una certezza nel futuro in forza di una realtà presente”.

Il problema della nostra speranza sta nella nostra fede in forza di una presenza, reale. Cristo, una presenza storica che è morto e risorto, ha messo nella storia un fatto che è l’origine della nostra speranza. Mikel Azurmendi, antropologo e filosofo basco, membro dell’ETA fin dall’inizio, per poi andarsene quando l’organizzazione basca scelse la strada del terrorismo, incontra persone che avevano una diversità. Tramite loro Azurmendi ha incontrato una presenza vivente. Vede in loro, nel loro modo di essere di stare nella realtà, l’esperienza della presenza del Cristo risorto. Azurmendi abbraccia Cristo che si manifesta nell’incontro con persone che vedono nell’altro un bene. Qualunque altro uomo senza distinzione di condizione: di razza, economica, sociale, culturale, di salute. Dio che assume il volto di qualsiasi altro uomo.

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La speranza così è l’incontro con persone che reggono davanti alle sfide di oggi perché sono generate da una certezza che vivono in Cristo presente.

Una speranza che comunichiamo ai nostri figli, ai giovani, non risparmiando loro il reale. I giovani tramite le famiglie, gli insegnanti che vivono come loro le stesse difficoltà, che non si arrendono,   vengono introdotti alla realtà. Negli adulti i ragazzi vedono persone che non sono determinate dalla paura. Per noi è fondamentale, occorre comunicargli attraverso la modalità con cui si fa lezione a scuola la certezza di questa fiducia che consentirà loro di tirare fuori tutte le risorse che sorprenderanno gli stessi adulti.

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La speranza cristiana risveglia tutto l’umano, la sua intelligenza, la sua capacità, la sua libertà. Il cristiano che segue Gesù ha “il centuplo quaggiù”.

Il cristianesimo, non è una sovrastruttura, è un avvenimento che salva che compie l’uomo nella sua attesa, nella sua speranza.

La diretta con Don Julián Carrón
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