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L'impegno di quattro medici nella sanità livornese

La sanità al di sopra della politica

Parole chiave: circolo il centro (1), sanità (6)
L'incontro al circolo "Il centro"

Nella sede di Via Trieste del Circolo culturale “Il Centro”, si sono incontrati, di fronte ad un numeroso pubblico, quattro medici che hanno illustrato progressi e aspettative della sanità livornese. Si  sono alternati nell'esposizione il dottor Frisini, il dottor Bianchi, il dottor Tornar e il dottor Cosimi. Nel presentarli, il Presidente del “Centro”, Fabio Del Nista, ha precisato che l'incontro avveniva “al di sopra della polemica politica”, tipica delle prossime consultazioni elettorali, per affrontare il tema della sanità, da un punto di vista degli operatori in un rapporto costruttivo con i cittadini. Si tratta -ha chiarito Del Nista- del secondo tema che prendiamo in esame, il primo è stato quello della “Emarginazione, povertà e migranti” mentre il prossimo sarà rivolto alla “Re-industrializzazione” della città.

Il dottor Pierluigi Frisini ha aperto l'incontro con l'argomento: “Il medico di famiglia dalla nascita del Servizio Sanitario Nazionale a oggi”. Laureatisi nel 1977, medico di famiglia e anche medico militare, ha visto nel 1978 l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale che poneva fine alle svariate Casse Mutue allora esistenti che costituivano una specie di assicurazione malattia per le diverse tipologie di lavoratori che vengono così posti su di uno stesso piano di uguaglianza. Nel  tempo si passa poi dalle Usl alle Asl e dal 2001 non si parla più di sanità ma di salute e si incrementa la prevenzione. Dal 2017 prendono piede “i livelli essenziali di assistenza”. A Livorno -ha aggiunto Frisini- viene fornita una buona assistenza sanitaria sia con l'ospedale, ma anche con il Sanatorio di Villa Corridi per la cura della tubercolosi e con l'ospedale di Villa Rodocanacchi per l'elioterapia, due fiori all'occhiello della nostra assistenza. A Villa Corridi, il dottor Frisini ha imparato a “come mettere le mani su un paziente”, mentre all'Istituto Ortopedico Toscano venivano fatte le prime protesi d'anca e si curava la tubercolosi ossea grazie anche ad una “veranda elioterapica”. Ha poi toccato l'argomento del nuovo ospedale previsto per il 2028 di cui c'è stato un primo sostanziale finanziamento per l'occupazione della ex Pirelli, superando i vincoli di “archeologia industriale” che ne limitavano l'uso, si dovranno però abbattere, per le nuove necessità, alcune strutture ospedaliere ancora funzionanti. In Via del Mare, -ha terminato-la nuova Casa della Salute verrà a configurarsi come il Distretto di una volta, il suo compito precipuo sarà quello di interrompere il flusso dei cittadini verso l'ospedale.

Il dottor Enrico Bianchi, laureatisi nel 1975, ha messo in rilievo che dopo la prima riforma, il medico più lavorava più guadagnava, poi con il Servizio Sanitario Nazionale veniva predeterminato il numero dei pazienti e per ognuno di essi veniva stanziata una cifra fissa. Con il Covid -ha ricordato Bianchi- sono nate e si sono sviluppate le “visite su appuntamento” che non sono certo favorevoli alle esigenze dei pazienti. Dato che nell'intervento precedente era emersa la domanda della mancanza di un parcheggio per il nuovo ospedale, Bianchi ha chiarito che l'ospedale troverà un parcheggio ottimale nella zona dell'attuale palestra ginnasiale che verrà a trovarsi a pochi metri dell'area ospedaliera. Bianchi ha anche rilevato che le Case della Salute dovrebbero essere per Livorno molto di più, come previsto dalla normativa in materia, e questo potrebbe avvenire anche con la ristrutturazione di un edificio di proprietà dell'INPS e tuttora inutilizzato.

Il dottor Daniele Tornar ha poi ricordato come il nuovo ospedale sia stato più volte e per lungo tempo boicottato con il detto tipico livornese “sia fatto ovunque ma non vicino a me” e ha sottolineato l'aspetto sociale del medico di famiglia. Tornar ha infatti evidenziato la sua esperienza intercorsa con la ex direttrice della Caritas Diocesana, Suor Spiezio, che, tra l'altro, un giorno nella sua astanteria gli aveva mandato per la visita, una decina di ragazzi di colore dai quali ha potuto fare una esperienza di vita enorme. “Visitandone uno-ha continuato-ho potuto vedere delle enormi cicatrici dovute a frustate inferte sulla schiena. Era un giovane proveniente dalla Libia. Non si sa dove sia finito il concetto di fratellanza!”. Ma non dimentico anche l'intolleranza  -ha detto- di certi livornesi. Una persona mi ha detto: non mi siedo dove si è seduto un negro! Con le persone invece bisogna sempre essere preparati al dialogo, parlare e il sapere comunicare è essenziale per la nostra professione.

L'ultimo intervento è stato quello del dottor Alessandro Cosimi che ha trattato l'argomento: “La terza rivoluzione della sanità: Una sanità basata sul valore”. La sanità -ha detto- deve essere in grado di rispondere sempre a situazioni anche drammatiche. La questione essenziale è proprio “la salute” a cui si deve rispondere non con soluzione tecniche, né politiche, ma organizzative mettendo in essere una serie di reti di protezione a favore dei cittadini. Che sanità vogliamo? Prima di tutto che sia equa, il valore si basa sempre sull'equità, e quindi non solo per quelli che hanno i soldi!. Una sanità perciò “come sistema” da adattare ai vari contesti di vita. Per questo un punto essenziale sarà quello di sviluppare una informatica sulla sanità che dia origine ad una organizzazione diversa dentro la realtà in cui si opera. Il punto essenziale è che “sociale e sanitario non possono essere separati” e dar vita ad “un sistema sanitario sostenibile”. Sostanzialmente l'impegno a cui tendere è: Prevenire le malattie, migliorare gli esiti, migliorare la qualità dei processi, aumentare la produttività riducendo i costi, (in pratica: operando in questo modo si va ad aumentare il valore di tutto l'iter).

L'incontro al circolo "Il centro"
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