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Auguri don Luciano!

I sessanta anni di vita sacerdotale di don Musi

Parole chiave: don luciano musi (4)
I ricordi di una missione

Don Luciano Musi è da quarant'anni, dall'ottobre 1984, il parroco di San Giovanni Bosco nel quartiere di Coteto, prima era stato parroco a San Matteo per 12 anni e per sette anni al Gabbro. Nel 1973 è stato anche lui il Cappellano Maggiore dell'Arciconfraternita della Misericordia. E' stato ordinato il 30 giugno 1964 da mons. Emilio Guano, “un sant'uomo, grande biblista e uno degli artefici del Concilio Vaticano II, aveva un amore particolare per la Sacra Scrittura che teneva sempre tra le mani!

Nella mia opera di parroco -mi dice- ho sempre insistito sulla adorazione eucaristica, cosa che mi avevano insegnato in seminario. Nel seminario maggiore di Firenze, al Cestello, ho avuto modo di ascoltare la parola di mons. Dalla Costa, di mons. Bartoletti, di mons. Facibeni, di un laico integerrimo come Giorgio La Pira. Nei sette anni di seminario sono rimasto colpito dall'ascetismo del cardinal Dalla Costa, ma anche dall'insegnamento del padre Turoldo, dal padre Vannucci e dal professore di dogmatica mons. Agresti.

Venendo ai giorni nostri per quanto riguarda la situazione della parrocchia di Coteto -mi dice- purtroppo il Covid l'ha un po' rovinata ma ora si sta riprendendo, io sono sempre andato in questi 40 anni a fare la benedizione di tutte le famiglie e sempre da solo! Una delle nostre peculiarità è la “Ronda della carità”, tutte le sere portiamo la cena a circa 120 persone: un primo di pasta, il secondo, succo di frutta, caffè latte o tè, usiamo un pulmino e ci sono sempre cinque volontari disponibili a dare un aiuto. Viene stampato anche un giornalino parrocchiale: “In cammino”, è iniziato nel 1985 con cadenza mensile, ma dopo il Covid è divenuto trimestrale.

Dei miei 60 anni di sacerdozio, questi ultimi 40 -ha aggiunto don Luciano- ho sperimentato una grande carità da parte dei miei parrocchiani e, grazie alla generosità delle offerte, abbiamo potuto costruire tutti gli immobili della parrocchia. La Casa Betania, la stessa casa parrocchiale (non posso dimenticare di aver dormito in chiesa il primo mese che sono arrivato qui!), la Casa del sorriso, che è la casa dei bimbi e naturalmente il salone parrocchiale. Quest'ultimo è dedicato alle riunioni, incontri, ed anche al teatro organizzato dai nostri animatori. L'oratorio è in funzione tutte le mattine ed è frequentato da 72 ragazzi, per Agosto stiamo organizzando il campeggio.

In questi sessant'anni la voglia di fare non è mai mutata!. Ma quello che voglio sottolineare -termina don Luciano- sono le “missioni popolari”, ne abbiamo realizzate otto a distanza di cinque anni l'una dall'altra. Missioni di 15 giorni che coinvolgono missionari, suore, frati, che andavano nelle case, o usavano un gazebo removibile per gli incontri in strada. Abbiamo inoltre realizzato 48 centri di ascolto della Parola di Dio nelle abitazioni, che ora, a causa del Covid si sono ridotti a 10, ma sono sempre frequentati. Per il futuro vorrei poter ancora continuare queste iniziative che hanno costituito l'impegno dei miei sessant'anni di vita sacerdotale.

I ricordi di una missione
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