Testimonianze sulla situazione in Congo

Dopo il recente attacco alla Missione italiana, Don Didier, originario del Congo, sacerdote impegnato da tempo nella pastorale della Diocesi di Livorno, racconta la situazione

Goma, capoluogo della provincia del Nord-Kivu, è anche sede vescovile della diocesi. La città, situata al nord-est del paese ai confini con il Rwanda, si trova a più meno due ore di volo da Kinshasa, la capitale del paese e anche sede dell’ambasciata d’Italia. Da 1995, la regione non conosce pace a causa dei vari gruppi armati che seminano violenze e morti. E ciò costringe le popolazioni locali a spostarsi continuamente. Anche se la zone ha delle terre molto fertili, a causa dell’insicurezza, le centinaia migliaia dei rifugiati interni, si trovano affamati e hanno bisogno per la loro sopravvivenza degli aiuti esteriori. L’azione della PAM s’inserisce in questo contesto. La strada Goma-Rutshuru è assai frequentata. Da tempo, le forze armate congolesi intensificano degli sforzi per ristabilire la pace e la sicurezza ma i rischi non sono ancora totalmente eliminati. La PAM non è alla sua prima azione, spesso nel passato ha soccorso le popolazioni di Rutshuru e dintorni.

L'altra mattina, ciò che poteva essere un’operazioni di routine, si è conclusa purtroppo tragicamente con l’uccisione dell’ambasciatore italiano, del carabiniere, addetto alla sicurezza dell’ambasciatore e dell’autista congolese. Questo dramma riporta all’attenzione della Comunità internazionale la tragedia che da anni si vive in una buona parte del territorio congolese dov’è in corso una guerra dimenticata. Ogni giorno che passa, ci sono i morti violenti nel nord-Kivu e nella regione confinante dell’Ituri che si contano per decine e anche di più. Il nord-Kivu è una regione molto ricca ma a causa dell’egoismo umano la povertà si dilaga. I giovani senza lavoro né futuro sono reclutati con facilità per fare parte dei milizie armate al soldo di alcuni politici, uomini d’affari poco scrupolosi e persino dei paesi vicini. L’instabilità politica al livello nazionale non fa che peggiorare le condizioni. Senza gli aiuti esteriori, la situazione in quella parte della Repubblica Democratica del Congo si aggraverebbe