Finanziato con l’8xmille

Il progetto di Casa Incontro nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Caritas Livorno e la Congregazione delle Figlie del Crocifisso per sostenere i detenuti più svantaggiati, promuovendo il loro diritto all’affettività. Offre alle persone che non hanno una casa, o stanno scontando una pena lontano dal luogo di residenza, l’opportunità di incontrare in un ambiente confortevole e accogliente i propri cari in occasione dei permessi. All’occorrenza, ospita le famiglie che arrivano da altre regioni d’Italia per partecipare ai colloqui con i loro parenti detenuti.

Durante l’emergenza Covid, grazie alla co-progettazione indetta dal Comune di Livorno, che vede la Fondazione Caritas Livorno collaborare con altre realtà del Terzo Settore, è nato il progetto Una mano per la casa che ha il duplice obiettivo di contrastare il sovraffollamento carcerario e favorire il graduale reinserimento dei detenuti all’interno del tessuto sociale. Da febbraio 2021 sono ospitati all’interno della Casa incontro don Quilici, nell’ambito di questo progetto, quattro detenuti a fine pena, che sono quotidianamente supportati, nella realizzazione del proprio percorso individualizzato, da un operatore sociale della Fondazione Caritas Livorno.

Una mano per la casa rappresenta un luogo di ascolto, supporto, orientamento e accompagnamento per i detenuti, che vengono aiutati nella strutturazione delle giornate e coinvolti in attività di volontariato all’interno dei servizi Caritas, con il duplice fine di approfondire la conoscenza della persona e al contempo di responsabilizzarla nell’ottica di un graduale reinserimento sociale. Questo approccio permette di superare la visione assistenzialista e consente ai beneficiari del progetto di stringere nuove e positive relazioni e di sperimentarsi in ambienti protetti.

Nel contributo dell’8×1000 la Fondazione Caritas Livorno trova il supporto per le spese domestiche e per il personale che gestisce la Casa Incontro don Quilici, dove vengono accolti i detenuti in permesso o in regime di semi-libertà, ma anche per sostenere la Commissione Carcere, che quotidianamente fornisce ascolto, accompagnamento e un rapporto di mediazione con l’esterno (servizi sociali, famiglie e uffici pubblici) per tutti i detenuti delle case di reclusione presenti sul territorio.