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L’intervista a mons. Russo
“Votare, appartenere e partecipare possono essere i tre verbi giusti per ripartire”. Ne è convinto il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, che si sofferma sulle questioni più importanti che segnano l’inizio dell’anno che si è appena aperto.
Eccellenza, il 2019 è stato un anno segnato da una crisi politica che si è risolta con la formazione di un governo che vede riunite forze politiche in un’alleanza inedita. Che augurio esprime per la vita politica del Paese?Auguro che finalmente possa esserci un’inversione di tendenza rispetto al clima di sfiducia generale verso le Istituzioni. La passione e la competenza possono essere decisive in questo, insieme all’identità che contraddistingue il nostro Paese. “La cultura della responsabilità – ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di fine anno – costituisce il più forte presidio di libertà e di difesa dei principi, su cui si fonda la Repubblica. Questo comune sentire della società – quando si esprime – si riflette sulle istituzioni per infondervi costantemente un autentico spirito repubblicano”. È questo anche il mio augurio: che la cultura della responsabilità possa essere la medicina per curare le “pulsioni antidemocratiche”, registrate dagli ultimi Rapporti sul Paese, e la strada per ri-costruire il consenso verso le Istituzioni.