Diocesi
La Chiesa italiana ci dona un nuovo strumento
Come sappiamo, tra pochi giorni, cambia la traduzione del Messale Romano, con alcune novità (tra cui il Confesso, Gloria, Padre Nostro). All’interno delle nostre Parrocchie, a partire dal 29 novembre, Prima Domenica d’Avvento, queste modifiche entreranno in vigore, secondo quanto deciso dalle Diocesi Toscane. A tal proposito, potremmo chiederci: si tratta di un nuovo Messale o di un Messale nuovo?
Innanzitutto, dobbiamo chiarire che non ci troviamo di fronte un nuovo Messale. La Chiesa non ha modificato il rito della Messa, né i suoi assi portanti. La Liturgia, infatti, non ha altra novità se non il ripetere ogni giorno il sacrificio di Gesù, morto e risorto per amore. Il Messale ci aiuta a comprendere la bellezza del camminare insieme, come un gregge riunito intorno al Corpo del Signore. Ogni sacerdote e ogni cristiano, pertanto, non ha il potere di personalizzare o modificare il sublime rito dell’Eucaristia, che racchiude in se stessa i più grandi doni di Dio.
D’altra parte, ciò ci spinge a dire che si tratta di un Messale nuovo. La Chiesa italiana ci dona un nuovo strumento anzi, direi meglio, il più importante strumento per offrire agli uomini di oggi l’aiuto necessario alla loro vita. Per questo motivo, come sacerdoti e laici, non possiamo non vivere questo momento rinnovando il nostro amore alla Liturgia. Lì c’è Dio, che si fa presente in mezzo a noi. In tal senso, nelle nuove indicazioni dei Pastori, ci viene indicata la bellezza di pregare, partecipando in comunione al banchetto dell’Agnello.
Insomma, in un mondo sempre più affaticato nelle relazioni quotidiane, il Messale nuovo ci ricorda che non siamo soli! Il Signore è con noi. Egli cammina tenendo per mano un Popolo che, da un confine all’altro della nostra amata Italia, come in un sol coro, offre ogni giorno la Santa Messa!
* Vicedirettore dell’Ufficio Liturgico Diocesano