Diocesi
La veglia di Ognissanti
Sabato notte noi membri del gruppo oratorio insieme con don Federico Mancusi abbiamo organizzato la veglia di Ognissanti con la collaborazione del gruppo giovani e con la partecipazione straordinaria di don Fabio Menicagli.
Don Federico ha messo a disposizione i suoi reliquari, sotto ai quali e attorno all’altare sono state messe le foto di alcuni santi che abbiamo incontrato nel nostro cammino. Ogni santo aveva un lumino acceso davanti. Sono state lasciate 4 postazioni libere davanti per mettere l’immagine di quattro giovani in via di santità: Beato Carlo Acutis, Giada Menicagli, Chiara Luce Badano, don Salvatore Mellone.
Dopo l’invocazione allo Spirito Santo e l’esposizione del santissimo Sacramento don Federico ha introdotto l’ adorazione e ha letto il brano del Vangelo secondo Matteo 5,1-11, poi sono iniziate le testimonianze. Ogni volta Marco chiamava il nome del giovane da testimoniare, Benedetta, Giulia, Elisa ed Alessandro portavano l’immagine al posto e dopo la lettura veniva acceso il lumino. Massimiliano ha letto la testimonianza di Antonia Salzano, per presentare il Beato Carlo Acutis. Carlo un semplice ragazzo come i suoi coetanei che amava la vita ma soprattutto metteva l’Eucarestia al primo posto della sua vita. Un ragazzo altruista, caritatevole, simpatico e giocherellone, che predicava ai suoi coetanei l’amore per la vita, l’umiltà e l’importanza di essere gioiosi e andare a messa. Monica ha letto la testimonianza di don Fabio Menicagli nella memoria liturgica del 4 gennaio 2014 della nascita in Cristo di Giada Menicagli. Giada una semplice ragazza livornese che svolgeva con devozione il ministero di catechista. Una ragazza innamorata di Cristo, che quando si ammalò diventò sua testimone negli ospedali che ha frequentato: ha sostenuto i malati, i più deboli, ha insegnato a pregare il rosario. Giada era anche una ragazza mistica, viveva la sua quotidianità con Cristo, attraverso il dialogo spirituale, la preghiera e la lettura del Salmi. Giada ha vissuto le sue sofferenze come Gesù e le ha vissute con dignità e serenità per il bene della sua Chiesa di Livorno a tal punto che colpì profondamente il vescovo di allora Mons Diego Coletti. Alla fine dei suoi giorni Giada ha vinto con Gesù e ha vinto la morte: il suo volto era bellissimo e testimoniava il suo incontro con il suo Amore e Maria. Giada oggi è diventata un simbolo di conversione per i disperati, per i morenti e la conversione dei carcerati. Michela ha letto la testimonianza di Badano Ruggero e Maria Teresa, genitori di Beata Chiara Luce. Anche Chiara era una ragazza che amava la vita e Gesù e colse l’arrivo della sua malattia come una sofferenza da donare a Cristo. Chiara ha dato forza alla famiglia e ha vissuto tutto il suo calvario donandolo a Gesù, scegliendo abito, canti e liturgia per il giorno della sua dipartita. Chiara lascia un messaggio ai giovani: di vivere la propria vita al massimo nel bene, correre come ad una staffetta e non arrendersi mai. Molti giovani la seguivano, gli stessi giovani che hanno continuato a visitare la sua famiglia e la sua casa e che Giada stessa ha lasciato come figli ai propri genitori. Antonella ha letto l’ultima testimonianza, quella del Comitato di don Salvatore Mellone. Don Salvatore è stata una persona che amava il servizio, che ascoltava tutti e confortava tutti; diceva ” essere prete è bello”. Da laico era impegnato nella vita ecclesiale, amava fare formazione ai giovani, gli piaceva scrivere e diventò pubblicista. Ma il suo desiderio più grande era diventare sacerdote per mettersi al servizio della gente e quando nel 2014 si ammalò gli fu permesso di dare un percorso semplificato in seminario. Da malato Salvatore sentiva su di sé la sofferenza di Cristo durante la Passione, ma si sentiva portato sulle spalle proprio da Gesù stesso che lo aveva scelto come sacerdote. Fu ordinato presbitero in casa che da essere umile dimora diventò gloriosa come una Cattedrale da cui si eleva la lode a Dio. Don Salvatore volle che il suo funerale fosse vissuto alla luce di Cristo Risorto, con canti di speranza, colore liturgico bianco per la sua festa, quella di andare alla casa del Padre.
Dopo queste testimonianze, don Fabio ha letto una pagina del Vangelo secondo Matteo 5-13-16 e ha fatto una riflessione sulla santità, sulla semplicità dei quattro giovani presentati, della santità di ogni cristiano acquisita nel momento del battesimo. L’adorazione è terminata con la preghiera e canti di ringraziamento e speranza. Abbiamo vissuto un momento straordinario, si respirava un’aria fraterna, si sentiva il volersi bene delle persone che hanno partecipato alla Veglia.
*Equipe oratorio ” Beato Carlo Acutis” della parrocchia Santa Teresa di Calcutta