Diocesi
Le Acli a Congresso
Nonostante il Covid, gli aclisti livornesi si sono riuniti “in presenza” nei locali dell’Associazione in Via Cecconi per eleggere i propri rappresentanti al Consiglio provinciale che, a sua volta, eleggerà il nuovo Presidente, il Congresso ha anche avuto il compito di eleggere i delegati al Congresso regionale e a quello nazionale, tutto ciò nel pieno rispetto delle normative anti-virus.
Questo 24° Congresso provinciale livornese è stato presieduto dalla dottoressa Elena Pampana, a ciò delegata sia dalla presidenza regionale che da quella nazionale, e ha iniziato il dibattito congressuale illustrando il tema: “Più uguali. Viviamo il presente, costruiamo il domani”, un concetto -ha detto- che si propone di rinvenire nuove modalità di azione sociale capaci di incidere sul presente per contrastare le disuguaglianze e le povertà sempre più in aumento.
Elena Pampana ha poi commentato le posizioni dei due leader che si contendono la futura Presidenza Nazionale: quella dell’attuale Presidente, Roberto Rossini, e quella di Emiliano Manfredonia, che propongono due modelli di organizzazione completamente diversi: il primo basato sull’accentramento nazionale, il secondo sullo sviluppo territoriale.
Ha preso quindi la parola il Presidente Provinciale uscente, Antonio Melani, non ricandidabile, perché ha presieduto l’Associazione per nove anni, in pratica più di due mandati. I due mandati -ha detto- costituiscono un limite “prezioso”, giusto, perché dopo così tanto tempo subentra anche una naturale stanchezza. La parola cardine del suo intervento è stato il termine “speranza”, più volte significativamente ripetuto. I sospetti e le paure, tipici di questi ultimi tempi -ha continuato- devono essere combattuti con la fiducia e con l’amore, e dunque con la speranza.
L’Europa -ha aggiunto- deve essere “unita dai popoli e non dai governi” e ha auspicato il ritorno ad “un umanesimo solidale” già predicato da un aclista e da un cattolico della tempra di un Giorgio La Pira, mentre oggi si guarda solo al risultato immediato che “annichilisce i più deboli”. Oggi è anche necessario ridiscutere l’aspetto istituzionale e dare all’istruzione il compito di saper formare una “consapevolezza critica”. Il prossimo futuro su cui impegnarsi si può dunque articolare sul trinomio:”Europa, patria, famiglia”, infatti “la speranza non può che rinascere dalla famiglia con la quale si costruisce il futuro”. Ha terminato dando il proprio sostegno alla candidatura di Emiliano Manfredonia e ha ringraziato tutti coloro che lo hanno aiutato durante la sua Presidenza, ha voluto poi ricordare due persone decedute a lui molto care: l’ex Sindaco Gianfranco Lamberti con cui aveva avviato un progetto di collaborazione, e Giorgio Kutufà, un politico attento con il quale spesso si confrontava, infine ha ringraziato il Vescovo, mons. Simone Giusti, per la sua costante attenzione alle Acli e per i suoi consigli sempre opportuni, ha concluso ribadendo che l’aclista deve sempre essere “un costruttore di ponti”.
Si sono poi aperti gli interventi e fra questi Riccardo Rossato ha ringraziato Melani per “la determinazione e la risolutezza” sulle problematiche non facili che ha dovuto affrontare, un giudizio che anche chi scrive questo resoconto condivide. Rossato ha aggiunto che nel prossimo futuro si tratterà di saper cogliere le diversità e le opportunità che ci possono provenire dai servizi messi in campo dalle Acli. Valerio Luci ha sottolineato il “cambiamento” che è avvenuto all’interno delle Acli, dalla centralità dei circoli si è passati alla centralità dei servizi e ciò pone degli interrogativi per il futuro. Lucrezia Draicchio nel sottolineare le difficoltà e le paure del momento ha messo in rilievo che “questo nostro tempo dimentica le persone”, sarebbe opportuno fare “rete” con le altre organizzazioni impegnate nel sociale con progetti da realizzare in comune.
Al termine, Sarah Rugiadi è stata eletta Coordinatrice del movimento donne, mentre Draicchio, Graziani, Luci, Rossato e Savoca sono stati eletti delegati al XXVI Congresso Nazionale.