Il Paradiso lo possiamo sperimentare oggi

Il Paradiso è il tema del corso di aggiornamento di quest’anno per gli insegnanti di religione (IRC), per il clero e per i laici della Diocesi di Livorno. Il primo incontro ha come relatore Monsignor Simone Giusti. La sala Fagioli ospita i presenti distanziati un metro l’uno dall’altro con relativa mascherina.

Desidero vivere e bene! … ma mi attende dolore e morte, così Monsignor Giusti pone la questione a chi ascolta. L’attenzione è alta vista la domanda. I quaderni sono posti sulla tavoletta della sedia e si riempiono di appunti con il passare del tempo.  

Il problema della morte per l’uomo è ineludibile. Dio è la morte se quest’ultima è Signora e padrona? La morte è invincibile? La domanda del credere riguarda tutti, non soltanto i cattolici. Cos’è razionale, logico credere? L’uomo non è un illuso, uno sconfitto per natura. Dio non condanna all’Inferno. Dio è buono e le porte del Paradiso sono aperte per ogni persona, ma quest’ultima deve volerlo. Di fronte alla libertà dell’uomo Dio non può nulla.

La domanda diventa fondamentale per desiderare il Paradiso. Se manca la domanda, la risposta è a una domanda che non esiste. Oggi si impone una cultura laica dell’eutanasia per terminare la sofferenza tanto dopo non c’è più nulla. Siamo sicuri che non c’è più nulla al di là della morte?  Pertanto, porre la domanda diventa fondamentale: “ma io chi sono? “.  

L’uomo di oggi non “attende più la salvezza dall’esterno ma se la costruisce con le sue stesse mani.” Una illusione, il Covid-19 è la dimostrazione della fragilità umana.  

Al Santuario della Madonna di Montenero avvengono guarigioni di persone che hanno chiesto la grazia. Non una volta, ma ripetutamente. Monsignor Simone ha posto la domanda in più ambiti, perché questi fatti avvengono? Il quesito non è stato preso in considerazione. Censura! Il pensiero relativista vuole eliminare l’interrogativo sul senso della vita.

La risposta è Cristo risorto, la s’ignora per assolutizzare la morte. Noi sappiamo invece che il senso religioso ha rilevanza nella vita, il cui compimento è Gesù Cristo.

La promessa di Cristo è il Paradiso: “Oggi sarai con me in Paradiso”.

“Il Paradiso, il cielo, la visione di Dio, la vita eterna: quattro metafore per dire la promessa di Cristo”, “ciascuna delle quali vuole aiutare ad affermare qualcosa di una realtà ovviamente più grande delle parole.” Il Paradiso è essere in Cristo, stare con Cristo, vivere con Cristo in un divenire continuo nella trasfigurazione e nella glorificazione del cosmo e della nostra vita.  Noi abbiamo già un anticipo del Paradiso quando gustiamo la presenza di Cristo perché lo abbiamo incontrato nella realtà. Lo abbiamo sperimentato quindi è ciò che mi attende. Siamo nella logica del già e non ancora. Il libro dell’Apocalisse è l’unico testo del Nuovo Testamento che ci dà una presentazione così ampia e coinvolgente del Paradiso.

La redenzione, la nostra salvezza, il ponte per gli uomini è Cristo. Lui ci indica la strada. È la fede che salva. Il Signore guarda il cuore dell’uomo. Il giudizio è già in atto, frutto delle mie decisioni. Sono io che decido di seguire Cristo o di non seguirlo.  

Le Scritture ci vengono date da un popolo dei credenti. Il popolo di Israele che ci consegna le Scritture, è la comunità di Isaia. Prima c’è la comunità luogo della memoria poi ci sono i testi scritti. Occorre leggere le Sacre Scritture alla luce dei Padri della Chiesa, coloro che sono più vicini agli Apostoli che hanno interpretato con il loro aiuto le Scritture. “Fin dall’inizio il Paradiso è presentato e descritto dai Padri della Chiesa come una realtà sensibile e spirituale, collocata nell’ambiente naturale e storico laddove è emersa anche la ribellione delle creature contro il loro creatore.”

L’evento degli eventi è il Cristo risorto e la Chiesa. I suoi discepoli che ci raccontano l’incontro con Cristo. L’incontro con Cristo è sperimentabile oggi, nel presente.

La visione di Dio è “essere simili a Lui per poterlo vedere”. […] Per vedere il divino occorre dunque, in qualche modo, essere divini o partecipare in modo adeguato della Divinità di Dio. Questo avviene tramite l’infusione nell’anima di ciò che si chiama “Lumen Gloriae”, la luce della gloria: in questa luce vedremo Dio che è Luce- “in lumine tuo videbimus lumen.” La vocazione dell’uomo è diventare Dio con Dio per partecipazione. Io devo trasformarmi per restituire a Dio ciò che mi ha donato cioè Suo figlio. Questo è il ruolo di Maria, generare Dio in me stesso e negli altri.

Un altro degli elementi per potere palare del Paradiso è Maria. La Chiesa ha riconosciuto 250 apparizioni della Madonna in maniera solenne. Non è un fatto soggettivo, c’è una dimensione oggettiva perché la Chiesa si è espressa. Maria è risorta come Gesù, è stata assunta in cielo. Il futuro è già qui e noi ne partecipiamo nella misura in cui accogliamo e viviamo questa verità di fede e di salvezza. Il mistero di Maria ci fa vedere come saremo, “una di noi che ha vinto il peccato. […] Nelle apparizioni Maria si manifesta non solo “come se fosse vivente”, ma è “un essere umano del mondo” senza limiti terreni. 

La nostra vita oltre la morte come sarà? È svelato in Maria ella è una di noi, una creatura umana come noi che ha creduto. Il fondamento di Maria è la fede e subito dopo avere generato Gesù. Maria è ovunque e in ogni tempo.

Maria è un nuovo paradiso dove sarà piantato l’albero della vita, Cristo. Maria che ha ricevuto l’Amore a Nazareth e lo ha accompagnato sulla Croce, dalla croce riceve la Chiesa per accompagnarla al colle dell’Ascensione.

Il Paradiso è l’esperienza di Cristo che noi stiamo facendo e che faremo. Il Paradiso è Cristo. Cristo è un luogo stesso. Non solamente vedremo Cristo ma saremo in Cristo, nella piena comunione con Lui. Come posso parlare di tutto questo? Tramite l’esperienza di Maria. Posso salvarmi dalla morte? Ci sono dei segni: Maria, tutti i Santi, i miracoli che avvengono.  In Maria potremo contemplare come saremo in Paradiso.