La Giornata diocesana del malato

Nel piazzale antistante il Sagrato del Santuario di Montenero sono parcheggiate le ambulanze delle Misericordie, dell’Svs e di numerose associazioni di Volontariato. Oggi si celebra la Giornata Diocesana del malato, del disabile e dell’anziano. Il pomeriggio è assolato e i volontari delle Associazioni sanitarie muniti di mascherina si apprestano a seguire il Rosario e la Santa Messa celebrata dal Vescovo Simone.

Quest’anno gli ammalati e i disabili non sono presenti per scongiurare un possibile contagio da Covid-19.

Monsignor Simone ricorda che il Santuario nasce normalmente per curare le malattie. Nel Santuario della Madonna delle Grazie ci sono tantissimi ex-voto che raccontano di infermità dalle quali le persone sono guarite. In questo tempo chiediamo alla Vergine la luce per potere vincere questa malattia da coronavirus, sostegno a tutti coloro che sono ancora nella prova e gratitudine per i tanti che si sono adoperati per il bene di tutti.

Il Corpo di Cristo ascende al cielo con i segni della crocifissione ma guarito. La morte è vinta, i segni rimangono ma non più il dolore e la sofferenza. L’azione di Cristo è sanante totalmente la persona. Nei Santuari in egual maniera l’azione sanante è piena. Non c’è solo un’azione sanante dello Spirito, la conversione, ma acconto ad essa come segno dell’azione della presenza di Cristo ci sono proprio le guarigioni che da sempre si susseguono.

Il Signore è venuto a salvarci dalla malattia, dal dolore, dalla sofferenza e dalla morte. La salvezza integrale, eterna e per sempre è la fede. Nella fede possiamo essere salvi qui, ottenere una guarigione, vincere la morte e partecipare alla comunione con Dio in paradiso. Il paradiso è qualcosa da sperimentare nell’incontro con Cristo presente. Il paradiso lo sperimentiamo ora nelle beatitudini evangeliche. In misura in cui vivo in comunione con Cristo posso arrivare a dire con San Paolo: “Per me vivere è Cristo e morire è un guadagno”. 

I Santuari come questo di Montenero ci avvicinano a Dio e soprattutto ci avvicinano alla strada di una salvezza piena, senza limiti, integrale.

Al termine della celebrazione Eucaristica il dott. Luca Mastrosimone, direttore dell’Ufficio diocesano pastorale della salute ha ricordato la figura di Suor Agostina Pietrantoni, infermiera nella seconda metà dell’Ottocento presso l’ospedale Santo Spirito di Roma, che all’età di trent’anni fu uccisa da un pregiudicato.  Suor Agostina si fece mettere nel reparto dei malati di tubercolosi dove contrasse lei stessa la malattia infettiva. Non volle abbandonare il suo posto anche per non infettare le sue consorelle. Il pregiudicato per questo motivo la prese di mira. Suor Agostina nonostante ciò non abbandonò il suo posto per servire gli ammalati. Una figura attuale perché testimonia cosa vuol dire donare la vita per il prossimo senza avere paura.

Suor Costanza Galli, assistente dell’ufficio diocesano pastorale della salute ha voluto ricordare la solitudine in questo periodo dei malati a causa dei dispositivi di sicurezza indossati dagli operatori sanitari. Il virus ha interrotto la relazione con il paziente come un abbraccio.

Suor Costanza inoltre ha voluto invitare i volontari sanitari presenti ad accompagnare le persone a fare discernimento, a non abbassare la guardia per evitare il contagio e invece ad “alzare le preghiere”.

le foto sono di Antonluca Moschetti