Diocesi
Il volto della sofferenza
La croce è certamente un dolore grande per Gesù. Questo, però, non significa che la Croce sia il suo ideale, Gesù non è venuto per morire in croce, ma per “fare la volontà del Padre suo”, per ubbidire a Dio e testimoniarlo, non tirandosi indietro di fronte ad alcuna difficoltà, neppure di fronte al momento più drammatico della vita, quando avrà il coraggio di dire: “Padre, nelle tue mani affido il mio Spirito”. L’ideale di Gesù non è il dolore! Anche di fronte alla contraddizione, Gesù perdona, non invoca la vendetta di Dio, ma il perdono. La croce è una parola che interpreta il dolore dell’uomo. Chiamare croce il dolore dell’uomo significa metterlo in rapporto con la Croce di Gesù. Il dolore acquista la possibilità di un senso nel momento in cui gli si dà un nome che è “Croce”. Chiamando croce il dolore, il cristiano ha una pretesa: che questa realtà così difficile e misteriosa abbia in sé una possibilità di senso, proprio come la Croce di Gesù non è stata l’ultima parola.