Diocesi
Alla Chiesa Valdese
Nella Chiesa Valdese si è celebrata l’apertura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.
Un’iniziativa ecumenica che qualcuno potrebbe pensare sia nata dopo il Concilio Vaticano II, mentre la sua storia è più antica e ha origine presso i Frati francescani dell’Atonement, parola inglese quest’ultima che significa espiazione. Fu il loro fondatore, infatti, il servo di Dio padre Paul Wattson(1863-1940), statunitense, che quando ancora si chiamava Lewis Wattson ed era un pastore episcopaliano, propose di pregare per una settimana, appunto, perché le confessioni cristiane cominciassero un cammino ecumenico. Wattson a un certo punto della sua vita fu infatti segnato dall’incontro con il Movimento di Oxford, ispirato dal cardinale John Henry Newman, per la riconciliazione della Chiesa anglicana con Roma. Nel 1898 insieme a Lurana White fondò la Società dell’Atonement, con il proposito di portare la spiritualità francescana nel mondo episcopaliano (gli anglicani negli Usa). Nel 1909 entrambi insieme a una quindicina di seguaci chiesero a Papa Pio X di essere accolti nella Chiesa cattolica. Nacquero poi due realtà religiose, una maschile e una femminile, ancora vive e attive.
La Settimana di quest’anno ha come tema: «Ci trattarono con gentilezza (Atti 28, 2)», dal brano degli Atti degli Apostoli relativo al naufragio di san Paolo a Malta. Il materiale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2020 è stato preparato dalle chiese cristiane di Malta e Gozo (Christians Together in Malta). Il 10 febbraio, a Malta, molti cristiani celebrano la Festa del Naufragio dell’apostolo Paolo, commemorando e rendendo grazie per l’arrivo della fede cristiana in quelle isole. Il brano degli Atti degli Apostoli proclamato in occasione della Festa è lo stesso scelto quale tema della Settimana di preghiera di quest’anno.
L’apertura della Settimana qui a Livorno, si è svolta con un culto evangelico tenuto dal Pastore Daniele Bouchard alla presenza delle confessioni cristiane della nostra città.
Il sermone è stato incentrato sul commento al Vangelo secondo Marco noto come “La tempesta sedata” dove Gesù vuole i discepoli accanto a sé protagonisti di una nuova esperienza: l’attraversata del lago verso l’altra riva del lago quella che non era giudaizzata, ma pagana. Un brano evangelico ricco di aspetti sorprendenti. Gesù desiderava preparare tutto Israele alla imminente venuta del regno di Dio, ma non disdegna di andare in una regione per nulla giudaizzata. Egli allarga bruscamente il suo raggio di azione e offre la sua predicazione anche ai pagani. La coscienza messianica di Gesù contiene sempre una doppia prospettiva: la salvezza di tutto Israele, ma anche la salvezza rivolta alle nazioni. Gesù affronta per la prima volta il mare con i suoi discepoli. L’evangelista Marco ci ha ricordato che ormai è sera e che stanno per scendere le tenebre; al loro sopraggiungere scoppia improvvisa una grande tempesta, la cui potenza e pericolosità sono descritte nei dettagli. Mentre i discepoli attraversavano il mare, si leva una tempesta, probabilmente una vera e propria tromba d’aria, rapida, potente, che causa una specie di tsunami. La tempesta scoppia quando nell’aria c’è un grande sbalzo termico: è il tentativo di riequilibrare le correnti calde e quelle fredde. Si può dire che anche fra la mentalità di Gesù e il mondo pagano ci sono, in senso metaforico, grandi differenze di temperatura e chi passa da una riva all’altra può venire colpito da una grande tempesta. Solitamente essa nasce come un turbamento interiore, una inquietudine. Sant’Agostino descrive molto bene questo stato d’animo, quando parla delle difficoltà al momento della sua conversione: anche se da tempo aveva intuito la verità divina, sentiva che in lui c’erano molte resistenze per incominciare una vita nuova. La vita non è sempre una bonaccia, una attraversata tranquilla. Esiste il male, esistono le forze avverse dentro e fuori di noi. Talvolta è difficile avanzare, perché siamo circondati da problemi più grandi di noi e ci pare di sprofondare.
Durante il culto c’è stato un momento di commemorazione per la scomparsa di Maria Vingiani, fondatrice del Segretariato Attività Ecumeniche. È stata una grande protagonista dell’ecumenismo a partire dal dialogo con l’ebraismo. Vicina a Giovanni XXIII fu decisiva nel cammino di riconciliazione tra le Chiese ancora prima del Concilio Vaticano II. Mirella Raugi, memoria storica del SAE di Livorno ha ricordato come “ fu lei a favorire l’incontro tra Giovanni XXIII e lo storico francese di origine ebraica Jules Isaac, fondamentale per il cammino sfociato nella dichiarazione conciliare Nostra Aetate. In lei, nel suo impegno, si manifestava così, in modo evidente, il legame inscindibile tra ecumenismo e dialogo con l’ebraismo. Le era infatti chiaro che l’unica vera grave lacerazione era alle origini del cristianesimo e che, per superare le successive divisioni tra i cristiani, bisognava ripartire insieme dalla riscoperta della comune radice biblica e dalla valorizzazione dell’ebraismo».
Al termine del culto, nella sala adiacente alla Chiesa si è tenuta un’agape fraterna e il ricavato è stato devoluto alle iniziative che i Valdesi sostengono per i corridoi umanitari a favore dei profughi “L’ospitalità è una virtù altamente necessaria nella ricerca dell’unità tra cristiani. La nostra stessa unità di cristiani sarà svelata non soltanto attraverso l’ospitalità degli uni verso gli altri, pur importante, ma anche mediante l’incontro amorevole con coloro che non condividono la nostra lingua, la nostra cultura e la nostra fede”. Nella nostra città il dialogo tra le Chiese è molto profondo ed ha una lunga tradizione che risale all’episcopato di Monsignor Ablondi e prosegue ininterrotto da almeno quarant’anni e sono molto attive nell’organizzare iniziative e incontri anche durante l’anno, al di fuori degli incontri istituzionali.