Diocesi
Ed ecco si aprirono per lui i cieli
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
per farsi battezzare da luiNell’immaginario dei giudei la figura del Messia è quella di un uomo forte, Giovanni Battista afferma checolui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali(Mt 3,11).
Il battesimo praticato al Giordano era un gesto penitenziale, ci si immergeva nell’acqua carichi dei propri peccati invocando da Dio la forza per cambiare vita; come è possibile che il Messia si mescoli ai peccatori, come un peccatore! Per questo Giovanni voleva impedirglielo, anzi avrebbe desiderato che i ruoli fossero invertiti. La sua visione, come quella di molti di noi, specie in ambito religioso, è come congelata, refrattaria ai cambiamenti, piuttosto volta all’indietro quasi con nostalgia di ciò che è passato.
«La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni», disse il card. Martini nell’ultima intervista nel 2012; forse all’inizio di un nuovo decennio sembra che, invece di aver recuperato il tempo perso, abbiamo aumentato il divario.
Il mondo cambia molto rapidamente sotto i nostri occhi ma evitiamo di rendercene conto, gli uomini sono cambiati, la società è cambiata, la famiglia vive altre realtà; tutto questo provoca sconcerto, disorientamento, preoccupazione, impotenza che generano spinte di radicalizzazione, dogmatismi, appello alle norme, ai codici. Invece dovremmo mantenerci col cuore aperto, avere il senso della incompiutezza, scoprire la ricchezza di un pensiero sospeso capace di accogliere ogni svolta della vita che il Signore mette innanzi. La prospettiva del Signore non è quella offerta dalla tradizione; a Gesù sembra mancare qualcosa alla sua umanità: il peccato. L’andare al Giordano ha il segno della inquietudine per l’umanità cosciente della propria insufficienza che cerca il riscatto, la misericordia di Dio. Gesù si fa carico del “peccato” della umanità.
ogni giustiziaLa parola giustizia non ha niente a che fare con la giustizia degli uomini, quella che si esprime con le leggi, che è amministrata nei tribunali, mantenuta dalle forze dell’ordine. Neppure quella espressa dai Canoni e dai precetti della Chiesa; la dobbiamo intendere piuttosto con fedeltà, Dio è giusto perché è fedele a se stesso (2Tm 2,13). Anche gli uomini sono chiamati alla fedeltà alla Alleanzacon una obbedienza alla Legge e ai Profeti che superi la giustizia dei farisei (Mt 5,20). Il battesimo di Gesù al Giordano è conseguenza della sua ubbidienza al progetto di salvezza; il suo zelo vola oltre il pensiero umano su Dio, gli stereotipi religiosi, le convinzioni dei pii osservanti; il suo sguardo è quello dell’amore del Padre per gli uomini.
Entrando nell’acqua Gesù entra nella vicenda umana carica di peccato: Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio (2Cor 5,21).
Gesù uscì dall’acquaLe tribù d’Israele uscirono dal Mar Rosso per iniziare il cammino di libertà nell’Esodo, il popolo di Dio uscì dal Giordano per entrare nella terra della promessa, anche Gesù uscì dall’acqua ma per una dimensione nuova dove i cieli sono aperti, lo Spirito aleggia in una creazione nuova e il Padre fa udire la sua voce al Figlio suo, l’amato. Matteo racconta l’uscita dall’acqua non come un fatto pubblico, piuttosto come una esperienza interiore di Gesù (… per lui … lui vide … sopra di lui…) che si è fatto carico dell’umanità, si è accollato il suo peso, per questo ha il compiacimento del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Al contrario di ogni egoismo che separa, mette muri e fili spinati, nel farsi carico dell’umanità i cieli si aprono, lo Spirito di Dio aleggia come colomba e una voce si fa sentire dal cielo. In Cristo l’umanità è liberata, trasformata in una creatura nuova.