Emergenza affido condiviso: troppi «orfani» per i conflitti tra padre e madre

Dopo il «caso Bibbiano» il tema si ripropone in tutta la sua complessità e delicatezza Le vittime innocenti della complessa e multiforme emergenza minori non sono soltanto quelle ingiustamente sottratte alle famiglie da un sistema di protezione che funziona a singhiozzo. Il caso Bibbiano ha portato alla luce situazioni drammatiche, per fortuna limitatissime da punto di vista numerico, di cui però conosciamo ‘quasi’ tutto. Sappiamo quanti sono i bambini che vivono in comunità e strutture d’accoglienza. Sappiamo quanti sono quelli in affido familiare. E, anche se manca una banca dati nazionale capace di documentare in tempo reale i movimenti di questi piccoli – quelli per esempio che dopo un periodo di affido tornano alle proprie famiglie – le singole procure minorili, limitatamente al territorio di loro competenza, dispongono di dati sufficientemente certi. Poi non tutti gli uffici giudiziari operano con la stessa solerzia e con le stesse risorse per trasmettere i dati ai ministri competenti. E la conoscenza da ‘quasi’ certa, diventa ancora più aleatoria.

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