Diocesi
Liturgia e Missionarietà
Si è tenuta nella Chiesa di Sant’Andrea l’apertura dell’Anno Pastorale con il Convegno ecclesiale diocesano sul tema: “Liturgia e missionarietà” con la sua esplicitazione nella Veglia Missionaria incentrata su:”La liturgia luogo epifanico per eccellenza e primaria occasione missionaria”. Il Vescovo, Mons. Simone Giusti, ha iniziato la Veglia di preghiera missionaria accogliendo l’iniziativa per il mese Missionario Straordinario voluto da Papa Francesco in sintonia con il Sinodo per l’Amazzonia. La Veglia è stata arricchita dalla lettura delle testimonianze di due Missionari della Consolata: Padre Jaime C. Patias e Padre Lirio Girardi, che, tra l’altro, affermano: “Le comunità indigene oggi ci evangelizzano. Dio sta in esse e in esse continuamente si rivela!”. Quindi, prima della preghiera dei fedeli, si è svolto il rito per l’ammissione dei candidati a cooperatori della Pastorale Diocesana: Monica Calvaruso, Barbara Garzelli, Maurizio Landi, Donatella Mansueti, Pier Giorgio Novelli, Gianluca Taddei e Massimiliano Luschi. Il rito è terminato con la preghiera di benedizione da parte del Vescovo.
La meditazione di Mons. Giusti ha chiarito come si debba intendere il servizio della liturgia nella missione della Chiesa. Ha citato gli Atti degli Apostoli dove già “le nuove comunità, radunate e rafforzate dalla vita liturgica, si aprono all’universalismo della missione”. Da qui “si comprende il dettato conciliare secondo il quale la liturgia, pur non essendo l’unica attività della Chiesa, è però intimamente legata a tutte le altre”. Del resto anche Benedetto XVI nella “Sacramentum Caritatis” aveva ricordato che “una Chiesa autenticamente eucaristica è una Chiesa missionaria”. Il Vescovo ha poi continuato: “non vi sorprenderà se affermo che la liturgia deve essere motivo, metodo e scopo pastorale della missione in quanto l’azione evangelizzatrice deve mirare alla fondazione delle comunità celebranti” e “troppo in questi decenni si è taciuto sull’importanza del contesto liturgico come luogo di evangelizzazione”. Riguardo alle “conseguenze pastorali” il Vescovo ha evidenziato l’importanza dei battesimi e dei funerali come incontro e possibilità di evangelizzazione. “Annuncio, carità e servizio devono essere visti nella loro circolarità”, non ci si può fermare alla elargizione del “pacco” della Caritas ma arrivare al cuore di chi lo riceve. Bisogna abbandonare il detto “si è sempre fatto così” e sperimentare qualcosa di nuovo. “Le nuove sfide del mondo di oggi ci costringono ad acquisire una mentalità nuova”. “I cristiani hanno saputo evangelizzare il mondo greco-romano, oggi viviamo un cristianesimo tiepido, bisogna riscoprire il vivere Cristo”. Al termine della veglia i presenti si sono divisi in gruppi per partecipare ai 7 Laboratori di approfondimento delle varie tematiche.
foto di Antonluca Moschetti