Caritas italiana appello alla pace vera

La preghiera quotidiana e l'impegno fattivo

Il Consiglio Nazionale di Caritas Italiana, riunito a Roma il 7 ottobre 2025, nella ricorrenza dei
tragici eventi che hanno contribuito a condurre, in Terra Santa, a una situazione disastrosa, le cui
vie d’uscita appaiono ancora troppo flebili, nell’anno dedicato alla Speranza diffonde il seguente
appello.


Da due anni l’attenzione del mondo si concentra su quanto è accaduto e accade in Medio
Oriente, in Terra Santa e in particolare nella Striscia di Gaza dove la popolazione è “aggredita
dall’offensiva dell’esercito israeliano e pressata da Hamas” (Nota: Sia pace in Terra Santa, SPTS,
24.9.2025).
Partiamo dalla tragica realtà di Gaza per stringere “in un unico abbraccio, Terra Santa, Ucraina e
tutte le altre zone insanguinate dalla guerra” (Appello per la pace delle Chiese in Italia, Slovenia e
Croazia, 23.9.2025), soprattutto quelle più dimenticate.
Per due anni abbiamo seguito con viva preoccupazione e con senso di impotenza gli sviluppi
della situazione. A pagare le conseguenze di una politica non più degna di questo nome, perché
sostituisce la violenza al diritto, sono stati e sono soprattutto persone innocenti, tra queste molti,
troppi bambini.
Vediamo, non solo in Terra Santa, la debolezza di istituzioni internazionali e multilaterali come le
Nazioni Unite. Emerge l’urgenza di “organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per
assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa
dei diritti umani fondamentali” (FT 172).
Da parte nostra, con la rete Caritas nazionale e internazionale, vediamo segni di speranza nelle
iniziative che chiedono e costruiscono la pace, che interrogano i governi in merito al rispetto dei
diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Abbiamo promosso e promoviamo iniziative di
solidarietà con le popolazioni colpite, in particolare a sostegno dei progetti realizzati con Caritas
Gerusalemme. Incoraggiamo tutti gli sforzi di coloro che cercano il dialogo, che costruiscono
ponti, che mettono in comunicazione persone, popolazioni, tradizioni culturali e religiose.
Ci uniamo ai Vescovi italiani nel chiedere “con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza
inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi”, che “si rispetti il diritto
umanitario internazionale, ponendo fine all’esilio forzato della popolazione palestinese”, che si
lavori nella “prospettiva di ‘due popoli, due Stati’”, sollecitando “il Governo italiano e le Istituzioni
europee a fare tutto il possibile perché terminino le ostilità in corso” (Sia pace in Terra Santa).
In sintonia con papa Leone XIV, la CEI e Caritas Internationalis, auspicando un ruolo attivo
dell’Unione Europea come “maestra di pace” (Comunicato CEI, 24.9.2025) e delle Nazioni Unite
come luogo di prevenzione e soluzione pacifica dei conflitti, Caritas Italiana ribadisce inoltre la
necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, dell’accesso umanitario illimitato per
porre fine alla fame e fornire assistenza, del dispiegamento di una forza di pace delle Nazioni
Unite per proteggere i civili, della protezione di tutti i civili, in particolare bambini, donne e anziani,
del riconoscimento delle responsabilità dinanzi ai tribunali nazionali e internazionali.
Caritas Italiana – accogliendo l’invito di papa Leone XIV a pregare ogni giorno di questo mese il
rosario per la pace – si impegna a riaffermare “la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro
come metodo e stile di fraternità,
coinvolgendo tutti, a partire dai responsabili dei popoli e delle
nazioni, perché favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti” (Appello per
la pace delle Chiese in Italia, Slovenia e Croazia), a prevenire nel nostro Paese ogni forma di
antisemitismo e di islamofobia, a rigettare gli egoismi nazionali che allontanano in modo
irreparabile dalla prospettiva del bene comune e della “casa comune”, a sostenere chiunque si
impegni in processi di riconciliazione, a fare di ogni parrocchia e comunità una casa di pace e di
non violenza.

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