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Le avventure del Piccolo Nicolas
Parigi, fine anni ’50. Lo scrittore René Goscinny e l’illustratore Jean-Jacques Sempé danno vita al personaggio di Nicolas, un bambino di otto anni, protagonista di una serie di libri successo in Francia e in tutto il mondo.
Valutazione Pastorale
“Le avventure del Piccolo Nicolas” (“Le Petit Nicolas. Qu’est-ce qu’on attend pour être heureux?”), diretto da Amandine Fredon e Benjamin Massoubre, è un cartone animato poetico, giocoso e raffinato. È la storia della nascita di un popolare fumetto francese, che ha avuto poi successo in tutto il mondo. Nella Parigi degli anni ’50, in un bar, due amici si incontrano: sono lo scrittore René Goscinny, autore di Luky Luke e, con Albert Uderzo, delle avventure di Asterix, e l’illustratore Jean-Jacques Sempé; insieme danno vita a Nicolas, un vivace e intelligente bambino di otto anni. Interessante la prospettiva del racconto: è Nicolas che interagisce con i suoi inventori, con lo stile birichino e scanzonato che lo contraddistingue. I due autori, diventati anch’essi fumetto, rispondendo alle sue domande ci fanno partecipi di come è nato il personaggio, come hanno immaginato i suoi genitori, l’amatissima nonna materna, la casa, la scuola, i compagni di classe, gli insegnanti, insomma tutto l’universo che ruota attorno all’irresistibile combinaguai.
Ma si aprono anche a qualche confidenza e ci raccontano della loro infanzia, non sempre facile, soprattutto negli anni della Seconda Guerra Mondiale, dei loro viaggi e dei loro sogni… Nicolas, Goscinny e Sempé appaiono, scompaiono e riappaiono con la velocità del disegno, che conserva il tratto distintivo dell’opera, “aggiornata” con l’uso dei colori pastello. «Volevamo dare al pubblico – racconta Amandine Fredon – l’impressione di ritrovarsi in un libro, dargli l’opportunità di riscoprire la magia delle storie del piccolo Nicolas. Ma dato che i disegni originali erano in bianco e nero, ci siamo dovuti inventare un’intera palette di acquerelli per tirarne fuori illato nostalgico e poetico, senza tradire l’opera degli autori».
Tutto ciò che accade, nel film come nel fumetto, è pensato dal punto di vista del bambino, nel quale i due amici-autori s’immedesimano completamente. Il mondo visto con gli occhi di Nicolas si colora di magia e le situazioni più comuni – la lezione in classe, la ricreazione, la gita al mare – possono così trasformarsi un’avventura straordinaria. Vale la pena ricordare che la sceneggiatura è stata scritta da Anne Goscinny, figlia di René, con Michel Fessner (“La marcia dei pinguini”, 2005). “Trasformare mio padre e Sempé – sottolinea la Goscinny – in personaggi immaginari è stata un’esperienza unica. Ho creduto opportuno ricordare al pubblico francese che l’uomo che ha inventato la loro infanzia insieme a Sempé non aveva una goccia di sangue francese nelle vene. Per non dimenticare che ha anche creato (con Albert Uderzo, nato da genitori italiani) uno dei miti francesi del XX secolo: le avventure di Asterix”. “Le avventure del Piccolo Nicholas” è consigliabile, poetico, adatto per famiglie.