Il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata del Malato 2024

Sono Elaine da Silva, della Sezione Ricerca del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Il Santo Padre inizia il messaggio per la Giornata mondiale del malato citando ciò che Dio dice nella Genesi: “non è opportuno che l’uomo sia solo” (Gen 2,18), come invito a lasciarci attrarre da Dio e a vedere la realtà dalla sua prospettiva, quando ci presenta il suo piano per l’umanità fin dalla creazione. “Siamo stati creati per stare insieme, non da soli”. La relazione è una dimensione essenziale di ciò che siamo, del nostro essere immagine della Trinità.

Un’analisi condotta nel luglio scorso da una prestigiosa rivista scientifica di ambito medico descrive la solitudine come un problema di carattere sanitario che richiede l’attenzione della società nel suo complesso. La comunità sanitaria – si afferma – può svolgere un ruolo fondamentale sensibilizzando e aiutando a ridurre lo stigma che circonda la solitudine, mentre ciascun operatore può dare il suo contributo costruendo una relazione significativa con il paziente. Stabilire un legame può fare la differenza.

Il Papa conferma che l’attenzione alla relazione con il malato fa parte della tradizione della Chiesa: “la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è una vicinanza piena di compassione e di calore”. Il Santo Padre ci invita a mettere “i malati, i fragili, i poveri” al centro della nostra cura pastorale. Si tratta di un invito da accogliere in un momento personale di ascolto dello Spirito, ed è rivolto a tutti, in qualsiasi condizione si trovino: operatori sanitari, persone che attraversano una malattia, familiari, amici, vicini di casa, ONG, pastori, responsabili o consulenti delle politiche pubbliche. Non solo chi è titolare di attività già organizzate, ma chiunque può sentirsi motivato a iniziare qualcosa di nuovo, a prestare attenzione a un vicino, a lasciarsi muovere dallo Spirito per stare con altre persone.

Un invito ad essere strumenti di Dio per tanti che invocano il suo aiuto. Anche nella malattia, infatti, possiamo essere strumenti di Dio.

*Sezione Ricerca del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale