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Il Papa: in un mondo sempre più virtuale, prendiamoci cura degli altri con gesti concreti
Concretezza è la parola che più ricorre nella riflessione di Francesco all’Angelus di questa domenica. Lo spunto è il modo di agire di Gesù nel Vangelo che di fronte a chi soffre “si china, prende per mano, risana”. Il pensiero del Papa va ad un mondo dominato da “una evanescente virtualità delle relazioni”, mentre l’amore “ha bisogno di presenza, di incontro, di tempo e spazio donati”, non bastano selfie o “messaggini frettolosi”.
“Ecco lo stile di Gesù con chi soffre: poche parole e fatti concreti”: è il commento di Francesco al brano del Vangelo di questa domenica che racconta l’incontro di Gesù con un lebbroso. Ricorre oggi la Giornata mondiale del malato. Nonostante la pioggia, in Piazza San Pietro ci sono circa 20 mila fedeli e pellegrini.
Nella sua riflessione all’Angelus, che segue la Messa presieduta in San Pietro con il rito di canonizzazione di María Antonia de San José de Paz y Figueroa, nota come Mama Antula, il Papa fa notare che l’evangelista Marco riporta le poche parole pronunciate dal Maestro a chi gli chiedeva la guarigione: “Lo voglio, sii purificato!” e prosegue:
Sempre fa così: parla poco e alle parole fa seguire prontamente le azioni: in questo caso si china, prende per mano, risana. Non indugia in discorsi o interrogatori, tanto meno in pietismi e sentimentalismi. Dimostra piuttosto il pudore delicato di chi ascolta attentamente e agisce con sollecitudine, preferibilmente senza dare nell’occhio.