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Linea… di pensiero. Facciamo festa
Lo scandire del calendario ci porta nel “tempo del carnevale”. Il bisogno di fare festa, di divertimento, di loisir è sempre determinato dalla necessità di stare insieme. Perché non si fa festa da soli. Si pensa e si organizza una festa per stare “bene” con gli altri. È dallo stare insieme che emerge e viene valutata la qualità dell’essere “stato bene”, di essermi divertito! La festa è sempre uno stringere relazioni, un bisogno di riconoscimento, di attenzione. Non c’è peggior situazione di quando ad un evento gli inviti sono tanti e le presenze sono poche: un segno di grande ferita per il festeggiato. Il carnevale è una festa che richiama al mascherarsi al travestirsi, al truccarsi, ad assumere sembianze esteriori diverse da quelle che ci contraddistinguono ogni giorno. A “nascondere” il proprio volto assumendo quello di “qualcun altro”, reale o immaginario. A liberare il nostro io con movimenti, danze, balli e canti. E perfino a dare spazio al nostro io più ironico, creativo, spontaneo, con scherzi che hanno lo scopo di favorire l’incontro e la conoscenza. Un modo per essere accettati senza giudizi e pregiudizi perché la maschera libera e rende più uguali.
È bello fare festa, vivere momenti di spensieratezza e di giubilo. Osservare i bambini che partecipano ad una festa è un momento emozionante. Li aiuta a comprendere che la vita ha bisogno di stacchi, di gioco, di distrazioni, anche di baldoria purché nel rispetto dell’altro. Li aiuta ad essere spontanei, ad esprimere i propri sentimenti e a condividere la gioia dello stare insieme. Perché “è proprio bello stare insieme!” Ricordo sempre con piacere da bambino le ghiottonerie del carnevale sulla tavola e alcune frittelle e cenci perfino con “la stoppa” dentro o con il cioccolato mescolato al peperoncino. Scherzi semplici ma di inaudita tenerezza. Cosa erano capaci di pensare le nonne e le mamme! Viviamo il carnevale ma non facciamo della vita un permanente carnevale di distrazioni ed esagerazioni. Fa bene il divertimento e il giocare ma la vita sia sempre capace di guardare oltre il gioco!
Il gioco sia strumento, ma mai l’uomo sia a servizio del divertimento! Del resto dopo il carnevale, il tempo del calendario porta con il “mercoledì delle ceneri” a un tempo che ci fa ricordare che siamo fragili, che dobbiamo sempre fare tesoro della riflessione, del meditare, del rinunciare, della sobrietà. Perfino del digiuno per dare più vita e più cura al nostro corpo, dell’astenersi, del “fare a meno”. Quindi è un bene che ci sia l’ebbrezza della festa ma che sia bilanciata da momenti di festa interiore, per il bene della nostra anima che così potrà cogliere ed essere riconoscente alla vita in tutti i suoi aspetti di luce e di buio.