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Catechesi e nuovi strumenti digitali: un binomio possibile?
Concretamente, per affrontare in maniera pratica la catechesi delle nuove generazioni con i nuovi mezzi digitali, è opportuno partire da una riflessione sugli obiettivi e i contenuti, proponendo metodi e iniziative non improvvisate, ma frutto di una preparazione accurata, possibilmente pensata non da singoli catechisti, ma da un gruppo, meglio ancora se interparrocchiale o diocesano, per mettere a confronto idee, sperimentazioni, verifiche.
Possono essere individuate alcune possibilità, spaziando dall’ applicazione a strumenti e metodi tradizionali delle nuove potenzialità digitali fino alle possibilità più innovative, come quelle rappresentate dai videogiochi.
Rivisitare metodi tradizionali
L’interesse che ragazzi e giovani mostrano per la fruizione di film e musica può incoraggiare la ripresa dell’uso dei cineforum, scegliendo interi film o selezionando brevi clip particolarmente espressive, anche sfruttando i vantaggi dello streaming online.
Un’area originale e attrattiva è quella della catechesi con l’arte, utilizzando ambienti di visita virtuale o ricorrendo a piattaforme di presentazione di percorsi illustrativi di opere d’arte e oggetti del patrimonio culturale, per far conoscere la storia della Chiesa e il pensiero teologico-pastorale. BeWeB, il portale dei beni culturali delle Diocesi italiane offre al riguardo numerosi spunti e strumenti.
Il mondo dei videogiochi
Un terreno completamente nuovo si annuncia con le nuove piattaforme digitali, come il metaverso, e le tecniche di Intelligenza Artificiale come ChatGPT. Sono tecnologie già largamente adottate nell’ambito dei videogiochi, ambiente molto frequentato dalle generazioni più giovani, fino a imporsi, in qualche caso di successo, come veri e propri modelli culturali. Sarebbe forse opportuno esaminarne le caratteristiche, e proporre agli operatori pastorali una guida su ciò che il mercato offre, con valutazioni sulle caratteristiche tecniche, la tipologia e l’ambientazione, i modelli valoriali proposti, il valore educativo, in modo da aiutare a comprenderne gli effetti culturali e le potenzialità formative.
Si tratta di fenomeni di nicchia, ma che per loro natura sono punti di riferimento di comunità di giocatori molto attivi, in quanto i videogiochi stanno diventando sempre più veri e propri ambienti in cui i giocatori si sfidano interattivamente con moltissimi altri in ogni parte del mondo. Con le nuove piattaforme, ad esempio Roblox o Minecraft, è più facile costruire nuovi videogiochi, e confrontarsi con comunità di sviluppatori. Si possono così proporre anche videogiochi di soggetto religioso, o che si ispirano a modelli di valori cristianamente ispirati. Un esempio è il gruppo Catholic Gamers, sul social Reddit.
Recenti esperienze cominciano a proporre la costruzione di ambienti tridimensionali interattivi che raccontano la vita dei santi o propongono sfide sulla conoscenza della Bibbia. Tra questi è in arrivo “Acutis Game”, che offre un ambiente “immersivo”, con le tecniche del metaverso, sulla vita del beato Carlo Acutis.
Per affrontare lo sviluppo di un videogioco occorre però acquisire una competenza specifica nella progettazione e nel renderne attrattivo l’utilizzo. Le piattaforme disponibili facilitano lo sviluppo, che richiede tuttavia competenze e un impegno non occasionale, se si desiderano risultati apprezzabili, che riescano a reggere il confronto con prodotti professionali. Ci vogliono buone idee, la scelta degli strumenti “giusti”, che non sempre sono quelli che si trovano gratuitamente, un forte impegno di tempo.
Appare comunque importante rendere presente e visibile l’ispirazione cristiana anche nel mondo dei videogiochi, che promette di espandersi ulteriormente nel metaverso.
Linguaggio e contenuti nel contesto digitale
La catechesi, come esperienza educativa e compito ecclesiale, non deve però subire il fascino dell’innovazione a tutti i costi. Il mondo digitale si presta a creare con facilità presentazioni mediali di grande attrattiva. Ma non tutti i contenuti sono adatti per una “traduzione” con il linguaggio digitale. I contenuti informativi, narrativi e storici sono quelli più idonei ad essere presentati con gli strumenti digitali, però le “narrazioni” digitali richiedono grande cura nel pensare i vari momenti del racconto (lo “storyboard” o palinsesto) e nelle ricostruzioni virtuali, che devono essere finalizzate a facilitare la comprensione del messaggio e la memorizzazione dei contenuti, non solo a suscitare un interesse momentaneo.
Ci sono poi aspetti importanti nella trasmissione della fede che è impossibile delegare agli strumenti, siano essi tradizionali o innovativi, perché hanno a che fare con le esperienze di vita: il senso dell’esistenza, la relazione con il Signore Gesù e la presenza di Dio nella propria vita, il mistero rivelato dell’Incarnazione e della Redenzione, e altri ancora.
In una cultura fortemente permeata di individualismo e immersa nell’ambiente digitale, si rischia di avere una incredibile quantità di informazioni ma di perdere i collegamenti di senso, finendo per essere perennemente connessi e terribilmente isolati e soli.
Rispetto a tale situazione culturale, il catechista ha dunque, in conclusione, anche il compito di aiutare i ragazzi a trovare la rotta per crescere in umanità, dentro quest’epoca digitale.
Se il Signore è venuto perché abbiamo la vita, e l’abbiamo in abbondanza, impegno del cristiano è mostrare la vita vera, scansando le suggestioni della vita digitale.