Il Papa: annunciare il Vangelo è aiutare gli altri a essere felici

La Parola, quella che si scrive in maiuscolo perché viene da Dio, e le parole, in minuscolo, degli uomini. Nella domenica che richiama la centralità della Sacra Scrittura per il credente, il Papa ha evidenziato come troppo spesso anche i cristiani trascurino gli insegnamenti davvero importanti per dare spazio all’effimero, all’inconsistente, al superfluo. «Travolti da mille parole – ha detto Francesco durante l’omelia della Messa celebrata in San Pietro -, ci lasciamo scivolare addosso pure la Parola di Dio: la sentiamo, ma non la ascoltiamo; la ascoltiamo, ma non la custodiamo; la custodiamo, ma non ci lasciamo provocare per cambiare. Soprattutto, la leggiamo ma non la preghiamo, mentre la lettura della sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, affinché si stabilisca il dialogo tra Dio e l’uomo». Di qui l’invito, a tornare “con gioia” alle sorgenti della fede, «che nasce dall’ascolto di Gesù, Verbo del Dio vivente. Mentre si dicono e leggono in continuazione parole sulla Chiesa, ci aiuti a riscoprire la Parola di vita che risuona nella Chiesa! Altrimenti – ha aggiunto il Pontefice – finiamo per parlare più di noi che di Lui; e tante volte al centro rimangono i nostri pensieri e i nostri problemi, anziché Cristo con la sua Parola. Ritorniamo alle sorgenti per offrire al mondo l’acqua viva che non trova; e, mentre la società e i social accentuano la violenza delle parole, noi stringiamoci alla mitezza della Parola di Dio che salva, che è mite, che non fa rumore, che entra nel cuore».

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