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«Vogliono controllare il nostro corpo. La violenza? Colpa del maschio fragile»
L’11 novembre mattina in casa Turetta ci si è alzati come in un giorno normale. Filippo, il figlio studente che non dava pensieri, è uscito come sempre. È tornato due settimane dopo da assassino. Mentre i genitori del ragazzo, 22 anni, vanno a sbattere contro l’incomprensibile («Dev’essergli scoppiato qualcosa nel cervello»), la folla ne è sempre più convinta: non cercate altrove, «la colpa è del patriarcato». Da giorni è la parola più cliccata sul web, si cerca cosa sia, è usata e abusata. «Noi non siamo una famiglia patriarcale» ha detto sgomento Nicola Turetta ripensando alla vita così normale fino all’apocalisse dell’11 novembre, poi la domanda che ci faremmo tutti, se nostro figlio fosse quel grigio ragazzo un po’ fallito, capace di massacrare senza pietà: «Cosa abbiamo sbagliato?».
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