Ecco cosa produce il consumo compulsivo di hard nella mente dei giovanissimi

«Eravamo cento cani sopra una gatta. Una cosa così l’avevo vista solo nei video porno». Più che una frase una pugnalata, quella pronunciata da uno dei ragazzi protagonisti dello stupro di Palermo. Immagine rivoltante che racconta bene purtroppo come il porno, con tutto il suo carico di falsità e mistificazione, sia l’ambito abituale e ormai accettato senza troppi problemi a cui attingere modelli comportamentali. Una “scuola” deteriore che non solo calpesta e avvilisce il senso autentico dell’affettività e della sessualità ma che, con l’insistenza parossistica nel mostrare un’anatomia completamente sganciata da qualsiasi riferimento interiore, spegne la mente, produce ansia e aggressività, confonde la realtà, azzera i codici etici, alimenta l’egocentrismo, sconvolge il senso critico, oltre ad aprire la strada a conseguenze più gravi come depressione e psicosi. Tutti fenomeni che da tempo non si stanca di segnalare Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, da anni impegnato nello studio e nella cura delle dipendenze giovanili, in particolari quelle legate alla sfera sessuale. Oltre che docente e clinico – attualmente è direttore sanitario dell’Istituto “Don Guanella” di Roma che è centro di eccellenza per il disturbi del neuro sviluppo – Cantelmi ha scritto sul tema decine di saggi, da Erosi dai media. Le trappole dell’ipersessualizzazione moderna (2011), fino all’ultimo uscito nei mesi scorsi, Onlive love. L’amore ai tempi dei social, un manuale di sopravvivenza (2023), entrambi pubblicati da San Paolo.

Sulla gravità della dipendenza da pornografia pare che ormai l’accordo sia unanime. Ma in che modo si manifesta questa dipendenza e quali effetti produce?

Per inquadrare il fenomeno dobbiamo considerare una realtà davvero allarmante, insorto con prepotenza negli ultimi dieci anni e che definiamo “erotizzazione precoce dell’infanzia”. I nostri bambini sono esposti troppo precocemente e troppo pervasivamente a contenuti erotico-sessuali. Ora questo dato si correla ad un altro dato impressionante: l’accesso alla pornografia ha sfondato il muro degli 11 anni e per gli adolescenti l’educazione sessuale è fortemente basata sulla pornografia. Tutto ciò costruisce cervelli molto sbilanciati sul sistema della dopamina e predisposti alla dipendenza. Ma soprattutto l’erotizzazione precoce dell’infanzia e l’impatto diffuso della pornografia negli adolescenti generano complesse alterazioni dello sviluppo psicoaffettivo. Tra queste alterazioni segnalo l’incapacità di gestire l’intimità e il conseguente cortocircuito sessuale-aggressivo. E tutto ciò sta avvenendo con una velocità sorprendente e con adulti statici e incapaci di cogliere i fenomeni descritti.

È vero che il grande impatto della pornografia online sul nostro cervello è dovuto al ruolo svolto dei cosiddetti neuroni mirror. Cosa sono? E come avviene questa confusione?

Il nostro cervello è plastico, cioè capace di modificarsi sulle spinte psicosociali e sugli stimoli esterni e grazie ai sistemi neuronali complessi è capace di profonde immedesimazioni imitative. Il cervello di un adolescente è particolarmente plastico e molto sbilanciato sul sistema limbico, il sistema antichissimo delle emozioni profonde. Tecnologia, pornografia, droghe, alcol stimolano fortemente il sistema limbico e le parti più ancestrali, irrazionali ed impulsive del cervello.

Si fa spesso notare il rischio connesso al continuo rilascio di dopamina dal cervello in seguito all’eccitazione provocata dalle immagini pornografiche. Che effetti ha questa funzione?

La stimolazione eccessiva del sistema del piacere dopamino-correlato, soprattutto in cervelli in fase di sviluppo, genera una predisposizione alla ricerca di stimoli ulteriori ed anche estremi e spinge verso comportamenti sempre più impulsivi e scarsamente riflessivi. In questo modo si compromettono le abilità riflessive e il ragionamento logico, a favore di una maggiore motivazione legata al soddisfacimento degli impulsi.

Qual è il problema psicologico più grave innescato dalla dipendenza da porno?

L’eccesso pornografico ruba la capacità di costruire intimità sane. Come avevo scritto già alcuni anni fa nel libro Erosi dai media le conseguenze psicopatologiche e relazionali correlate alla erotizzazione precoce e all’impatto della pornografia sullo sviluppo psicoaffettivo, sono gravissime.

Sono problemi che si manifestano indipendentemente dall’età oppure per i giovanissimi la gravità è maggiore?

Il fenomeno è molto problematico soprattutto per gli adolescenti: se non vogliamo far finta di niente, dove hanno appreso secondo voi i ragazzini a comportarsi come predatori in branco su ragazzine così piccole?

Quali segnali dovrebbero mettere in allarme genitori ed educatori?

Qui purtroppo non possiamo ignorare l’incredibile assenza degli adulti. Più che parlare di segnali da cogliere, parlerei di assenza di adulti. Cosa dovrebbero fare? Essere presenti nella vita dei loro figli. E poi evitare parole e atteggiamenti che in qualche modo possano sembrare in sintonia con la cultura negativa della pornografia. Per esempio evitare apprezzamenti e denigrazioni sull’apparenza corporea; guardare in modo indifferente scene di hard; accettare come normalità comportamenti abusanti, ma anche battute, gesti, allusioni.

Come se ne esce? Basta un diverso impegno educativo o serve un intervento specialistico?

I nostri figli andrebbero protetti e non lo sono. Non li proteggiamo dall’alcol, dalla droga, dal tabacco, dal gioco d’azzardo e tanto meno dalla pornografia. I veri predatori sono gli adulti che consentono tutto a un ragazzo di 12 anni.