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Linea… di pensiero. L’insostenibile leggerezza dell’essere
Un Essere leggero, frivolo, effimero, incostante e mutevole non è sostenibile. Essere è sempre qualcosa di intenso, di profondo, di complesso, di difficile, di generativo, di creativo, di dinamico. Essere uomini e donne che sanno vivere appieno nel mondo ma non essere sopraffatti dal mondo richiede solidità, ancoraggi stabili, fondamenta radicate, valori condivisi. Altrimenti l’essere leggero “vola via”, è guidato da altro e da altri. Per questo diventa non sostenibile una vita fondata esclusivamente sulla leggerezza, sugli istanti, sui divertimenti, sui luccichii, sulle vacanze. Rischierebbe di essere una vita “vuota”. La vita abbia anche momenti di leggerezza, di stacco, di pausa! Ma cerchiamo di non scegliere la leggerezza e la liquidità del vivere! Scegliamo la solidità del costruire la vita sulla roccia! Sia il nostro essere “sale”, che dà sapore alle cose, ai rapporti, agli affetti! Sia il nostro essere “pane” che lievita, che impasta, che plasma e infonde sapore e profumo alle relazioni.
La vita è prova, incontro e scontro. Essa offre occasioni continue di contatti e di situazioni da affrontare ed è bene disporre di bagagli di solidità, che nelle società iper digitali e tecnologiche sono essenziali e determinanti per offrire fondamenta ad un essere continuamente “frullato” nell’arrivismo e nella routine quotidiana permeata di “troppo e di niente”. La vita è fatica, è ferita, é dolore e presenta costanti ostacoli che si possono sempre superare con l’essere uomini e donne capaci di accogliere, non con la leggerezza di incontri fugaci, “toccata e fuga”, “entra-esci”. Ma accogliere con la passione di sguardi, con parole e abbracci intensi, forti, che stringono e penetrano dentro l’anima, perfino a commuovere e a far esplodere i volti delle persone nel sorriso e nella gioia.