Libertà religiosa, troppe violazioni

Su un grande monitor scorrono immagini a colori. È un terribile racconto della libertà religiosa negata. Di cristiani perseguitati. Di odio. Di violenze. Di discriminazioni. È un racconto che attraversa e scuote il Mondo: Pakistan, Afghanistan, Somalia, India, Cina, Nicaragua…. I numeri che si accavallano alle immagini sono impietosi. 28 Paesi sono cerchiati in rosso: allarme altissimo. 33 in arancione: allarme alto. E in 47 Paesi di questi 61 la situazione negli ultimi due anni è peggiorata.

Ora su quello stesso monitor compare Giorgia Meloni. «La libertà religiosa è un diritto naturale e precede ogni formulazione giuridica, perché è scritto nel cuore dell’uomo », ripete la premier. C’è silenzio. Nella sala dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede si presenta l’ultimo rapporto di “Aiuto alla Chiesa che soffre” sulla libertà religiosa nel mondo. 800 pagine per fare i conti con gli orrori delle persecuzioni. Per riflettere. Per superare l’indifferenza. Meloni arriva al punto: «Un diritto naturale che, purtroppo, viene ancora oggi calpestato in troppe Nazioni del mondo. E troppo spesso nella quasi totale indifferenza. Accade così che tantissimi uomini, donne e bambini non solo debbano subire il dolore di vedersi negato il diritto di professare la propria fede, ma anche l’umiliazione dell’oblio. E questo è doppiamente inaccettabile, perché tacere sulla negazione della libertà religiosa equivale ad esserne complici. Noi non intendiamo farlo».

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