Il Miracolo eucaristico di Trani (XI secolo)

Una donna non credente, incredula circa la verità del dogma cattolico della persona reale di Gesù nell’Eucaristia, sostenuta da una sua amica cristiana, durante la celebrazione della Santa Messa, ottenne l’Ostia consacrata. La donna, quasi sfidando Dio, pose poi la Particola consacrata dentro una padella di olio sopra il fuoco. Inaspettatamente dall’Ostia distillò una grande quantità di sangue che si rovesciò sul pavimento fino a fuoriuscire dall’uscio della porta di casa.

LA DESCRIZIONE DEL PRODIGIO

Il frate Bartolomeo Campi, narra nella sua opera «L’Innamorato di Gesù Cristo» (1625), un meticoloso resoconto di come si svolsero i fatti: «Simulando d’essere cristiana, la donna si comunicò con le altre… E tenuta la Particola, si la tolse dalla bocca, e la mise nel fazzoletto. Tornata a casa, volendo esperimentare se fosse pane o no, mise quella benedetta Particola dentro una casseruola piena d’olio per friggerla… A contatto con l’olio caldissimo, la particola diventò miracolosamente carne sanguinante e l’emorragia di sangue, chiamiamola così, non si fermò immediatamente, anzi, emise tanto sangue fuori dalla padella che correva e inondava dappertutto quella casa. Intimorita e piena di paura, la donna incominciò a gridare… e le vicine accorsero subito per guardare quale fosse il motivo di così gran pianto».