News
Linea.. di pensiero. Saper insegnare le cose difficili
È difficile fare le cose difficili! Bisogna insegnare le cose difficili, non solo quelle facili. Saper insegnare le cose difficili, in modo semplice e accattivante, stimola a pensare in grande, a sviluppare la corteccia cerebrale affinché il cervello non resti “povero”. Ai bambini, in particolare, bisogna insegnare le cose difficili (Rodari): saper dialogare con un sordo ed esprimere che gli vogliamo bene, ed anche saper descrivere il colore di una rosa ad un cieco. Come saper raccontare al non vedente come sono i colori di un alba o di un tramonto. Ed ancora scrivere una poesia o un racconto alla madre, al padre, ai nonni, ad un amico, feriti dal dolore e comunicare loro il nostro bene. Come insegnare a fare pace con chi ti ha deluso e ti ha offeso e forse maltrattato. E insegnare a saper perdonare chi ti ha fatto un torto o ti ha privato di qualcosa. È facile dare delle cose (i bambini abbondano nell’avere tanti oggetti) ma non è facile comunicare le cose in modo che siano “ben dette” e abbiano come conseguenza un “fare bene”.
Tutta la nostra vita é relazione. “Ogni vero vivere è incontrare” (Buber). Ma noi incontriamo non sempre quelli che desideriamo, che abbiamo pensato in noi come modelli “ideali”. Incontriamo chi “inciampa” nel nostro cammino senza averlo programmato e neppure immaginato. E allora non basterà trovare “le persone giuste”, le persone che vanno bene per noi, la persona adatta per noi pronta ad abitare tutta la vita con il nostro volto. Occorrerà trovare sempre, instancabilmente, le “modalità giuste” per costruire relazioni. Per questo sarà sempre difficile la relazione. Sarà sempre complesso gestire i rapporti umani. Lo sarà di meno se educheremo a fare le cose difficili. Se abbiamo solo parole che “servono” a qualcosa allora siamo “senza parole”.
Parlare è toccare, è stringere, è “allacciare” rapporti con menti, volti e cuori. “Il sordo lo guarderei negli occhi. Stringerei forte le sue mani senza mai lasciarle e camminerei con lui in ogni dove”. “Il colore della rosa è come una tenue carezza sul volto; e l’alba è sapere che io ci sono quando ti svegli e mi pensi. E il tramonto è il termine del giorno che comunica che io ci sono ancora quando ti addormenti” direi al cieco. E se mi dicesse:” i loro colori come sono?” Riponderei: “Come li senti nel tuo cuore, quando ti abbraccio!”