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Miracolo Eucaristico di Lanciano
Il Miracolo Eucaristico di Lanciano è accaduto intorno al settecento. Ciò si deduce da situazioni e concomitanze storiche dovute all’oppressione in Oriente da parte dell’Imperatore Leone III, l’Isaurico, il quale iniziò una crudele persecuzione contro la Chiesa e il culto delle immagini sacre (iconoclastia). In concomitanza della “lotta iconoclasta” nella Chiesa orientale, molti monaci greci si rifugiarono in Italia, tra essi i monaci basiliani, discepoli di San Basilio (329-379) Vescovo di Cesarea di Cappadocia (nell’attuale Turchia Orientale). Alcune comunità di esse si rifugiarono a Lanciano.
Un giorno un monaco nel momento in cui celebrava la Santa Messa fu assalito dal dubbio circa la presenza reale di Gesù nella Santa Eucaristia. Pronunziate le parole della consacrazione sul pane e sul vino, all’improvviso, davanti ai suoi occhi vide il pane trasformarsi in Carne, il vino in Sangue.
Non si conoscono i dati anagrafici del monaco-sacerdote tra le cui mani è avvenuto lo straordinario e inaspettato mutamento. Sappiamo che era un monaco di rito orientale, greco, appartenente alla grande famiglia spirituale dei basiliani. Un documento del 1631, che racconta il Prodigio con abbondanza di particolari, ci aiuta ad entrare nel mondo interiore dell’anonimo protagonista, dipingendolo “non ben stabile nella fede, istruito nelle scienze del mondo, ma incolto in quelle di Dio; procedeva di giorno in giorno dubitando, se nell’ostia consacrata vi fosse il vero Corpo di Cristo e così nel vino vi fosse il vero Sangue”.
Un uomo dunque perseguitato dal dubbio, disorientato dalle varie correnti d’opinione, anche nel campo della fede, sbranato dalle inquietudine quotidiana.