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Se Cristo è risorto, dobbiamo vivere da risorti e seminare speranza
I segni, i gesti, i canti, che creano il tessuto di questa Solenne veglia Pasquale, ci introducono nell’avvenimento indispensabile della nostra fede cristiana: la Resurrezione di Gesù. Questo è il messaggio che da duemila anni la Chiesa proclama, ed è un annuncio che Essa non ha inventato ma che gli è venuto incontro come un fatto grandissimo, inaspettato, glorioso e luminoso.
La Chiesa stanotte ci propone un riassunto unico della storia dell’umanità e della nostra storia: siamo stati amati da Dio. Creati a sua immagine e somiglianza, ovvero, capaci di entrare in dialogo con Lui, di riconoscerLo come Padre. Anche se la caduta ha ferito questa nostra relazione con Dio, allontanandoci da Lui. Lui non si è mai allontanato da noi. Cerca sempre i suoi figli, ci vuole vicini a Lui. Ecco allora che Gesù è la porta che si spalanca per farci entrare, è la strada, la luce, l’acqua e la vita. E questa notte celebriamo che la morte non ha l’ultima parola nella nostra storia. Gesù ha vinto la morte e ci ha riportati a casa.
Ecco, questa notte è una notte che ci dà speranza. Ci dice che non siamo soli nel viaggio della nostra vita. Il Signore Risorto è con noi. Ci invia di nuovo ad annunciare la Buona Notizia del Vangelo
A tutti il mio augurio di Pasqua: che il Signore illumini le vostre vite, in modo particolare nei momenti di difficoltà. Ripetetevi quello che lui ci ha detto “Non abbiate paura, io ho vinto il mondo. Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo.