Russi e Cattolici sempre più in dialogo

di Riccardo Maccioni

Più di ogni altra cosa, ti colpisce il silenzio. Nella palazzina con la facciata verde pastello, tutto appare ovattato, soffuso, quasi rarefatto, persino i tacchi della scarpe sembrano non fare rumore. Un’atmosfera che ricorda quelle foto d’autore dove l’effetto “sfuocato” serve a mettere in risalto un volto, un luogo, un particolare. E qui al centro c’è la ricerca dell’unità, il desiderio di comunione, il cammino del dialogo, sia con la Chiesa cattolica sia a livello intraortodosso, in un clima oggi appesantito dalla questione ucraina.

Ma nell’incontro con la delegazione italiana in visita a Mosca, il metropolita Hilarion Alfeev accetta di andare oltre. Al piccolo gruppo, composto da don Manlio Sodi (presidente emerito della Pontificia Accademia di teologia), Giorgio Dazzi e dall’imprenditore-intellettuale Timur Timerbulatov, il vescovo di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, racconta anche di sé, di una vocazione religiosa maturata sin da giovanissimo, di come non sia stato sempre tutto facile. «Ho preso la decisione di dedicarmi completamente alla Chiesa quando avevo 15 anni, ma ci pensavo sin dall’età di undici. Mia mamma l’ha presa bene, gli altri parenti no. Si era nell’epoca sovietica, con la Chiesa ghettizzata, per cui non ho reso pubblica la mia scelta. Sono diventato monaco e sacerdote nel 1987, quando niente faceva ipotizzare la rinascita ecclesiastica che invece sarebbe poi iniziata l’anno successivo, nel millesimo anniversario del Battesimo della Rus’. Posso dire di aver visto la Chiesa perseguitata e poi di aver partecipato alla sua rinascita, che continua ancora, in un modo che non ha precedenti. Qui non registriamo nessuna crisi di vocazioni, abbiamo tantissimi ragazzi che vogliono frequentare le Facoltà ecclesiastiche e monasteri con moltissimi monaci e monache giovani. Ringrazio il Signore perché ho potuto servire la Chiesa in un momento di ripresa così forte. Ma quand’avevo 15 anni niente faceva presupporre che le cose sarebbero andate in questo modo».Nel servizio alla Chiesa di Hilarion l’ecumenismo ha sempre occupato un posto importante. Si potrebbe dire che (continua a leggere https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/ortodossi-cattolici-metropolita-hilarion-intervista)