Il direttore di Avvenire a Livorno

La sezione livornese dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti (ANPPIA) ha invitato, come già avvenuto in passato, il direttore del quotidiano “Avvenire”, Marco Tarquinio, a tenere una conferenza sulla situazione socio-politica italiana.

Dobbiamo innanzi tutto ricordare che il XX° Congresso nazionale dell’ANPPIA dello scorso giugno ha rieletto come Presidente nazionale il livornese Spartaco Geppetti, e dal Presidente provinciale, Renzo Bacci, che fa parte del Comitato Centrale nazionale, che ci hanno illustrato quali saranno gli incontri, a livello locale, in questo mese di marzo. Infatti il 23 marzo alle ore 17 a Villa Mimbelli si terrà un incontro sulla situazione italiana, mentre il 28 marzo a Villa Fabbricotti, sempre alle ore 17 la giornalista Ritanna Arteni presenterà il suo libro: “Il secondo piano”, una storia vera romanzata, avvenuta nel 1944 che narra le vicende di un convento di suore che nel secondo piano ospitavano alcune famiglie di rifugiati ebrei, mentre il primo era stato destinato all’ospedale militare tedesco!

L’incontro con Marco Tarquinio ha avuto come moderatrice Silvia Mencheri, giornalista di Telegranducato, che ha subito posto la domanda se la presenza di donne ai più alti livelli politici e amministrativi sia un segnale di innovazione. Tarquinio, tra l’altro padre di due figlie, ha detto che le donne stanno ricoprendo un ruolo di altissima responsabilità, non esiste più “la marginalizzazione del genio femminile” che ha un modo diverso di vedere la condizione dell’umano. Ci troviamo però anche di fronte ad un paese che guida “la discesa inesorabile del calo delle nascite”. La nostra è una società piena di contraddizioni dove infermieri e medici lasciano l’Italia, mentre invece ne avremmo bisogno. C’è dunque “una domanda e una attesa per le novità che si sono venute a creare”. Dal Family Act del precedente Governo si è proseguito con “il congedo parentale” anche per gli uomini. La verità è che sulla famiglia si “dovrebbero investire 16 milioni di euro”, sarebbe un investimento sul nostro futuro e dovrebbe avere “una priorità sulle spese militari”.

Silvia ha poi chiesto cosa ne pensasse delle bare esposte al palasport di Crotone e degli interventi urgenti richiesti dalla Meloni all’Europa. Tarquinio ha risposto che sarebbe stato meglio che la Meloni stessa si fosse recata nel crotonese perché quello che è accaduto segna un punto di svolta. A suo tempo Letta andò a Lampedusa a testimoniare la piena responsabilità dell’Italia. Se fossi la Meloni -ha chiarito Tarquinio- chiederei ai Visegrad (Polonia -Ungheria -Cechia e Slovacchia) di riformare i Trattati di Dublino affinché rimuovano il loro veto. La legge del mare dice che chi è a rischio deve essere salvato. Questo fa parte della nostra civiltà e della sua umanità di fondo. Anche la dichiarazione della Guardia Costiera è stata insufficiente: è stato detto che il mare era forza 8 mentre era a forza 4! Le navi umanitarie non possono essere ritenute illegali e nemiche dello Stato. Quello che avviene, Papa Francesco lo ha definito “il cimitero d’Europa”, tutto ciò è intollerabile e richiama “all’insurrezione morale dell’opinione pubblica”.

Sui fatti del Liceo di Firenze Mencheri ha chiesto un giudizio sulle violenza e se si tratti di un ritorno del fascismo. Il Direttore di Avvenire ha risposto che quello della violenza è il vero problema. I fatti di Firenze sono gravi in sé e si è verificata una condanna unanime di tutte le forze politiche. Ci troviamo di fronte come ha detto anche Carlo Ossola ad una “radicalizzazione di rapporti esasperati con l’altro”. L’intervento del Ministro della Pubblica Istruzione sulla Preside è stata poi da lui stesso modificata. E’ meglio che la prima dichiarazione sia sempre quella giusta. Buona la “prima”! Senza dover fare smentite secondarie|! La nostra Costituzione è basata sulla “pacificazione nazionale”, voluta da De Gasperi e da Togliatti. E’ stato il passaggio dalla dittatura alla democrazia”non vorrei che oggi succedesse il contrario”.

E la guerra? E’ disperante quello che vediamo. Si dice che ci siano già stati trecentomila morti. In verità possono essere due volte tanti, se non tre. C’è una generazione di russi e ucraini che viene sacrificata al fronte. Purtroppo assistiamo anche ad un vuoto di iniziativa europea. “Sono contrario -ha continuato Tarquinio- all’invio delle armi all’Ucraina”. Un concetto che ha ribadito in modo vigoroso nel dibattito conclusivo. “Il lavacro bellico” viene anche realizzato nei massacri nel Congo e nel Sud Sudan. “Quando si continua ad ammazzare -chiediamoci- qual’è la parte giusta!”.

Le guerre iniziano e non finiscono più e questo può succede anche in Ucraina perché la “guerra germina e produce se stessa”. Per la pace la Cina conferma una neutralità attiva che non approva la guerra di Putin. Si sta avanzando anche una iniziativa del Presidente Lula, ma vorrei “che l’Europa assumesse l’iniziativa”.

Per una possibile intesa le parole devono essere pesate e e dosate, ecco perché un uomo di equilibrio come David Sassoli “era indesiderato a Mosca” e ha aggiunto che “la pluralità del mondo non è riducibile a due soli poli”. Sulla partecipazione politica, compresa quella elettorale, Tarquinio ha ricordato, parafrasando Giorgio Gaber, che “la democrazia è partecipazione” e “siamo meno liberi perché siamo meno partecipi”, mentre per qualcuno “la guerra è sempre un affare”.