I ragazzi soli davanti all’affettività

«Se i ragazzi trovano le risposte ai loro dubbi sull’amore e la sessualità sui social, su Tik Tok e nelle serie tv, anziché dai genitori, dagli educatori in parrocchia o dagli insegnanti, allora dobbiamo domandarci dove noi adulti abbiamo sbagliato”. C’è preoccupazione nelle parole del vescovo di Lucca Paolo Giulietti («parlo soprattutto come don Paolo») quando dice che la mancata gestione dell’affettività nei ragazzi e nei giovani sia oggi una vera e propria “urgenza”. « Nella testa dei giovanissimi c’è una grande confusione originata da tutta questa fluidità che viene continuamente mostrata loro. In questa fase della crescita stanno ancora mettendo insieme i mattoncini della propria personalità e non hanno un’identità precisa. Così in questo periodo difficile che è l’adolescenza – prosegue Giulietti che è a capo della Commissione episcopale per la famiglia, i giovani e la vita – la latitanza del mondo adulto non li aiuta a comprendersi. Ci sono in giro ragazzi sempre più confusi, soli, disorientati sessualmente. Il gran numero di adolescenti che si sottopongono alla chirurgia estetica ci dice quanto poco accettino il proprio corpo. Nonostante questo, nessuno li ascolta, dice loro che c’è tempo per le scelte importanti, che non esiste l’amore senza assunzione di responsabilità».

Monsignor Giulietti ritiene che occorra intercettare le domande dei ragazzi addirittura prima dell’adolescenza: « La questione è aperta fin dalla quarta, quinta elementare», precisa con cognizione di causa, essendo spesso invitato nelle scuole della Toscana a parlare di questi temi. «Già dalla scuola primaria i bambini sono esposti a modelli di sessualità molto precoce e anticipata che non tiene conto delle emozioni, degli ideali e dei valori che invece caratterizzano un approccio sano all’affettività». La risposta deve arrivare secondo il vescovo dal “villaggio educante”, dove nessun adulto è escluso: «Sbagliamo se pensiamo che i genitori siano in grado di gestire da soli il cellulare dei propri figli o di vigilare sui contenuti dei social. Siamo tutti coinvolti nell’educazione, dobbiamo cominciare a parlare con i ragazzi senza pensare che ci sarà “qualcun altro” che lo farà al posto nostro. Anche il mondo ecclesiale deve rendersi conto che (continua a leggere https://www.avvenire.it/giovani/pagine/i-ragazzi-soli-davanti-allaffettivi-428160d444c342c3b6fc15d3ec7fe49c)