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Oggi ebrei e cattolici in dialogo
«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio». Così inizia il capitolo 40 del libro di Isaia, ovvero con parole nuove nella storia del profetismo come sottolineò in un’omelia del 1978 Joseph Ratzinger. L’allora arcivescovo di Monaco e Frisinga faceva infatti notare che dopo una lunga serie di profeti «ammonitori duri ed esigenti», che «a difesa della causa dei dimenticati, delle vedove, degli orfani e dei poveri, scuotevano la coscienza degli ipocriti, potenti e sicuri di sé», e dopo che Israele «era stato schiacciato e sembrava quasi cancellato» con l’esilio in Babilonia, da Isaia si udì un accento nuovo. Il cui senso era: «Basta soffrire, la grande potenza, che vi ha deportato, non c’è più», «si riaprono le porte della patria» per cui «i vinti alla fine sono i veri vincitori, Dio si è ricordato di loro, egli è più potente delle grandi potenze di questo mondo».
L’incipt di Isaia 40 è anche stato scelto come traccia per la 34ª “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei”, che si celebra oggi in Italia. Una scelta che si inserisce in un ciclo, quello dei profeti, iniziato l’anno scorso dopo che negli anni precedenti erano state affrontate le Dieci Parole, cioè i Comandamenti, poi le cinque Meghillòt, termine ebraico che indica Cantico dei Cantici, Lamentazioni, Rut, Qoelet ed Ester.
Tante le iniziative previste sul territorio in questi giorni. La Cei ha pubblicato l’usuale sussidio per la Giornata, che quest’anno contiene una novità: sono presentati insieme il messaggio della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo e quello (continua a leggere https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/quando-dio-consola-il-suo-popolo-oggi-ebrei-e-cattolici-in-dialogo)