Crisi economica e fisco

Dopo la pausa estiva, il centro culturale “Il Centro”, ha ripreso la propria attività con l’introduzione e la presentazione di Massimo Bianchi del professor Alessandro Giovannini, ordinario di Diritto Tributario all’Università di Siena, che ha parlato sul tema:”Crisi economica e fisco”.

Il relatore ha iniziato dicendo che da molte forze politiche si voleva l’azzeramento delle spese fiscali, “ma non sembra che possa essere così !”. Quindi Giovannini ha compiuto una serrata analisi dell’attuale crisi economica che riguarda “l’Italia, l’Europa, il mondo”. Ci troviamo di fronte ad uno scenario internazionale preoccupante, per l’Italia è prevista della crescita del Pil  dello 0,2 o 0,5 %, mentre la produzione mondiale sarà del 2,7%. A livello mondiale la Cina, nonostante tutto, crescerà del 4% e gli Stati Uniti dell’1%.

L’aerea Euro sarà in stagnazione, l’unico paese europeo che  mostra positività sarà la Spagna con un aumento dell’ 1,5%. Il Fondo Monetario ha stimato che il 60% dei paesi del mondo , compreso il sud America, avrà problemi di sostenibilità del debito pubblico. Si verrà così a creare “un effetti domino” su tutte le economie nazionali, specialmente per l’Italia, dove la dipendenza energetica si coniuga con le difficoltà pesanti nella pubblica amministrazione e nella giustizia.

Dobbiamo sempre tener presente che il debito pubblico italiano ammonta a 2758 miliardi, cifra che avrà un leggero decremento di 12 miliardi, che la Banca d’Italia attribuisce alla fermezza di Draghi nel non voler fare scostamenti di bilancio. Una seconda debolezza riguardo al debito pubblico è data dal fatto che la Banca Centrale Europea non ci aiuta in modo sostenuto e che stanno anche diminuendo gli investitori internazionali nel nostro paese e questo sta a dimostrare che non c’è fiducia nel “sistema Italia” e ciò impone che si “cominci ad iniziare a cambiare rotta”.

Uno dei motivi negativi dell’attuale situazione -ha chiarito Giovannini- è senz’altro l’inflazione che era già iniziata precedentemente alla guerra in Ucraina. Una inflazione strana perché basata sulla componente monetaria ( ce n’è troppa in circolazione) e sull’incrocio domanda – offerta, dove l’offerta è ferma e fa aumentare i prezzi, quindi non basta agire sulla moneta ma anche sul rapporto domanda-offerta. C’è però da aggiungere che anche gli altri paesi non stanno meglio di noi perché l’inflazione media europea è salita all’8,5%. L’inflazione negli USA che si prevede in aumento rimane un grosso problema per Biden. Ma l’elemento molto negativo per noi per il prossimo anno è l’incremento della disoccupazione “qualche centinaia di migliaia di persone perderanno il lavoro” con effetti socialmente disastrosi!.

Il relatore ha poi affrontato il tema della “questione energetica”, ci troviamo di fronte ad “un effetto rimbalzo” dovuto alla guerra e con la conseguente diminuzione dei traffici provenienti dall’Ucraina e dalla Russia. Il piano posto in essere da Draghi e Cingolani potrebbe farci fare un passo avanti gigantesco per il 2026, ma ci sono molti dubbi che ci si possa arrivare. Riguardo al prezzo massimo del gas l’Unione Europea dovrebbe creare un tetto massimo differenziato. Qualcosa si sta muovendo e potremo avere un ritorno positivo sulle nostre bollette a prezzi calmierati. E’ chiaro che per il futuro dovremo utilizzare insieme: gas, petrolio, carbone, e completare i rigassificatori, perciò dopo il 2026 ci dovrebbero essere dei cambiamenti sul fronte delle rinnovabili e portare alla “parziale” autosufficienza dell’Italia. Bisogna anche pensare all’idrogeno “green” dell’ENI e a concludere investimenti importanti sull’insieme di questi fattori.

Ci sono certamente -ha messo in risalto Giovannini- dei grossi problemi legati ai territori, si veda la situazione di Piombino, ma l’opinione seria è che i rigassificatori vanno fatti, ad un certo punto gli interessi nazionali devono prevalere, SNAM e Governo sono anche impegnati nella “compensazione” ai disagi, le bollette per le imprese e per le famiglie avranno un abbattimento del 50% e si farà l’attraversamento della 396 che porterà a decongestionare il Porto.

Concludendo riguardo al fisco il relatore ha detto che “attualmente manovre per la riduzione delle tasse non ce ne sono!”. Bisogna andare incontro ai pagamenti delle bollette delle aziende e delle famiglie, per le quali il Governo deve trovare “subito” 50 miliardi, utilizzando anche il “tesoretto” di Draghi. Proporre attualmente una flat-tax è da folli! La pace fiscale, proposta da qualche partito, è “una nebulosa” che ancora non si conosce, come è ancora indeterminato il “fronte pensioni”

Al termine dell’incontro, Massimo Bianchi ha messo in rilievo, riferendosi ai rigassificatori, che “alcuni problemi di interesse nazionale non possono essere sottoposti alla localizzazione”. Fabio Del Nista ha proposto di organizzare un Convegno, in una sede più spaziosa, sulla riforma del fisco e sul debito pubblico, argomenti che interessano l’intera collettività.