News
L’Europa sappia animare l’azione per fermare la disastrosa escalation
Sotto lo spettro del ricorso alle armi nucleari, necessario un cambio di passo «Cantami, o Diva, del Pelide Achille l’ira funesta che infiniti lutti addusse agli Achei». Sono questi i celebri versi con cui comincia l’Iliade, primo grande classico della letteratura occidentale. È a partire dalla umanissima reazione di Achille all’affronto subito da Agamennone che Omero sceglie di raccontare le drammatiche vicissitudini di un conflitto pluriennale tra greci e troiani, dove diventa difficilissimo distinguere chiaramente le ragioni dai torti. Sono passati millenni e sembra di essere ancora allo stesso punto: la guerra è un contesto in cui, al di dei piani e delle strategie, a contare sono gli strati emotivi più profondi che agitano capi e popolo. Gli esiti finali della guerra in Ucraina rimangono a oggi indeterminati. Da una parte l’avanzata delle forze ucraine sta mettendo in grave difficoltà l’esercito russo. Qualche analista sostiene addirittura la possibilità di un tracollo imminente. Dall’altra parte, Putin – prigioniero dei propri errori – prosegue sulla propria linea, incurante dei rovesci che sta subendo sul fronte: firma i decreti per l’annessione dei territori occupati, dichiara di proprietà russa la centrale nucleare di Zaporizhzhia, continua con la mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti. Intanto altre centinaia di migliaia di russi lasciano il Paese. Su tutto, aleggia lo spettro del ricorso alle armi nucleari. Su questo punto è impossibile fare previsioni: se messo con le spalle al muro, Putin sarà capace di usare la bomba atomica? Nessuno lo sa con certezza. Ma tutti possono capire che cosa seguirebbe a una tale terribile decisione.
leggi anche https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/gli-ambasciatori-subito-piano-ue-per-fare-partire-una-trattativa