Pastorale

Può capitare che una coppia di credenti divorziati e risposati non possa separarsi, secondo quanto consigliato dal magistero, «a motivo dei figli da educare o per altre importanti ragioni»? Può capitare che questa coppia, pur impegnandosi a mantenere la continenza, finisca per riconoscere l’impossibilità di rispettare l’impegno? Può capitare che uno dei due sia disposto a vivere in continenza ma non possa mantenere l’impegno «per la mancata collaborazione dell’altro e, d’altra parte non è bene mettere a rischio la convivenza per il grave danno che deriverebbero ad alcuni beni, quale quello dei figli, che dev’essere salvaguardato». Ricordando che «possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione», Amoris laetitia «lascia aperta la possibilità di accedere in questi ultimi casi al sacramento della Riconciliazione». E quindi, in determinate circostanze, da valutare caso per caso, a quello dell’Eucaristia.

Ecco tutto. Chiarezza, capacità di sintesi e un sincero sguardo pastorale orientato all’impegno reale di accompagnare e di guidare le persone in difficoltà. Con questo obiettivo i vescovi della Conferenza episcopale marchigiana hanno “tradotto” in un breve sussidio il senso del capitolo VIII di Amoris laetitia. In dieci paginette, più una conclusiva, i presuli marchigiani sono riusciti a spiegare con chiarezza l’essenza del capitolo più discusso dell’Esortazione postsinodale sulla famiglia. E, allo stesso tempo, hanno offerto indicazioni non equivoche sulla prassi pastorale da seguire. Un lavoro davvero efficace, ultimo in ordine cronologico tra quelli realizzati delle Conferenze episcopali regionali per agevolare la comprensione di Amoris laetitia, ma non certo ultimo per chiarezza ed efficacia esplicativa.

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