Suicidio di Antonio: ferite e domande

«Il Comitato Etico della Regione Marche dopo ampia, approfondita articolata discussione a maggioranza (21 voti a favore e 6 contrari) ha deliberato un parere NON FAVOREVOLE (tutto maiuscolo nell’originale – ndr) alla richiesta di suicidio medicalmente assistito formulata dal Signor …, ritenendo di dover assicurare l’effettività del diritto alle cure palliative, promuovendone un’offerta concreta che possa essere accettata dal paziente e dalla sua famiglia». Queste le conclusioni del Comitato Etico marchigiano del 16 giugno scorso sulla richiesta di suicidio assistito di Antonio, nome fittizio del protagonista di questi eventi, una persona tetraplegica da otto anni per un incidente stradale. Ma il parere non è vincolante e Antonio già ora potrebbe suicidarsi senza conseguenze penali per chi lo aiutasse, secondo la Asur Marche. Una situazione, la sua, esemplare della deriva già imboccata nel nostro Paese, in assenza di una legge che faccia valere nella sostanza le condizioni stabilite dalla Corte costituzionale con la sentenza ‘Dj Fabo-Cappato’.

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