Una lettera che fa riflettere

Caro direttore, la famiglia. Dov’è più la famiglia? Basta dare uno sguardo alle cronache dei vip, ma anche guardarci intorno tra le facce che ci sono vicine, per capire che questa fondamentale e insostituibile istituzione è in crisi nella ‘società liquida’, a favore di un gruppo di intrecci, di elementi collaterali e sovrapposti che ne fanno spesso un gomitolo inestricabile. Un nucleo umano centrale, oggi è spesso un groviglio, e sempre più diffusamente si parla di famiglie allargate. I matrimoni, quando ci sono, durano giusto il tempo di imbastire un figlio e scappar via per un altro giro.

Così il primo figlio di lei si integra col primo figlio di lui. Ma si dà il caso che lei s’innamori di nuovo e dal nuovo compagno abbia un altro figlio. E così anche per lui. E poiché la coesione tra le unioni presenti e remote è ritenuta il male minore, si continua a frequentarsi e stare tutti insieme in una quadriglia infinita in cui le peculiarità di tanti DNA, le diversità di impronte educative, le sfaccettature caratteriali, gli ingranaggi psicologici d’ognuno si mischiano e si intrecciano tra loro, perdendo identità e connotazioni. Le famiglie allargate diventano così dilatate e governarle con successo è impossibile, più difficile che governare un regno. Da qui a una gioventù abbandonata, dissoluta e ribelle, problematica e imbelle, il passo è breve.

Edgardo Grillo

Grazie, gentile signor Grillo, per l’occasione che ci offre di tornare su un tema che da sempre ci sta a cuore e che non ci stanchiamo di affrontare su queste pagine e su quelle del nostro inserto domenicale ‘Noi in famiglia’. Nella lettera che ha inviato, e che il Direttore mi ha affidato, lei inquadra giustamente l’emergenza educativa nello scenario della sempre più rilevante e drammatica frammentazione familiare.

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