Kiev, in marcia i pacifisti: «Le armi non bastano a risolvere il conflitto»

Corre padre Fedele lungo il confine fra la Polonia e l’Ucraina. Non perché fugga da chissà che cosa, ma perché prova a raggiungere una coppia di anziani che sta cercando il punto di controllo dei passaporti per entrare nel Paese attaccato dalla Russia. L’uomo spinge con una mano la carrozzina su cui si trova la moglie, mentre con l’altra trascina una pesante valigia. Il frate minore francescano si alza il saio, accelera il passo e li intercetta. Si presenta. Poi convince il marito a lasciarsi affidare la sedia a rotelle.

Comincia con un abbraccio ai più fragili, proprio sulla frontiera a Medyka, la marcia “fraterna” per la pace dei rappresentanti di trentacinque associazioni della PenisolaRealtà della società civile riunite sotto la sigla Mean che sta per “Movimento europeo di azione nonviolenta”. L’appuntamento è per oggi, lunedì 11 luglio, giorno in cui si celebra il patrono d’Europa, san Benedetto, e si ricorda il massacro di Srebrenica. E avviene a poche ore dalla distruzione di un condominio a Chasiv Yar, nella regione di Donetsk dell’Ucraina orientale, centrato da un missile russo: almeno quindici i morti, secondo le autorità locali, ma si cercano i dispersi.

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