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Luoghi dell’Infinito
In occasione dell’uscita del numero di luglio di Luoghi dell’Infinito, dedicato all'”Italia d’autore”, pubblichiamo il testo di Alessandro Zaccuri.
L’Italia, sosteneva Metternich, non è altro che un’espressione geografica. Affermazione discutibile, che da quasi due secoli cerchiamo tenacemente di smentire con risultati alterni e non sempre lusinghieri. In compenso, non c’è dubbio che il Bel Paese sia stato in primo luogo un’espressione letteraria. Per via della solita questione della lingua poetica che precede l’unità politica, d’accordo. Ma non va dimenticato che, più modestamente, Il Bel Paese è il titolo del libro che l’abate Antonio Stoppani pubblica nel 1876, in un clima fortemente segnato dalla volontà di dare ulteriore concretezza al disegno risorgimentale. Con le sue Conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica d’Italia (così il sottotitolo), Stoppani accompagna il lettore in una scorribanda scientifico-letteraria che va dai ghiacciai delle Dolomiti ai crateri di Etna e Vesuvio, risale alle cascate del Toce per poi discendere nuovamente verso le cave di marmo nei dintorni di Carrara, e trova perfino modo di soffermarsi sui giacimenti di petrolio nostrani.