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Una donna di fede: Caterina Caponi
Un momento di preghiera guidato dal parroco di Sant’Andrea, don Rosario Esposito, ha aperto la presentazione del libro di Margherita Pedini Bani: “Caterina Caponi – Vita e fede di una donna del ‘900”. Don Rosario si è detto entusiasta di poter finalmente riutilizzare il salone della parrocchia dopo la pandemia del Covid e ha anche espresso la sua predilezione nel poter leggere le biografie di autori che hanno conosciuto direttamente le persone di cui parlano, come è il caso di Margherita Bani, “una figlia che parla della propria mamma”.
L’autrice, aprendo l’incontro, ha raccontato che a causa delle restrizioni causate dalla pandemia aveva potuto riprendere in mano un quadernino dalla copertina nera, tipico degli anni ’50, in cui la mamma, Rina, come la chiamavano i conoscenti, aveva narrato parte della propria vita in una continua testimonianza di fede.
Ma cosa aveva scritto Caterina? Il quadernino nero si apre con una frase che è il concentrato di tutta la sua vita: “Solo attraverso una fede profonda in Dio, ogni ostacolo terreno può essere superato . . .”. Le sue memorie di guerra, il “grande castigo”, partono dalla Quaresima del 1943, poi lo spaventoso bombardamento del 28 maggio 1943 che distrusse la vita della sua cara sorella. “In quei momenti terribili -scrive- in cui non si sapeva neppure consigliare perché nessuno più poteva sapere cosa ci potesse capitare da un momento all’altro. Tu solo o mio Gesù, prendevi la guida dell’anima mia, giorno per giorno, io mi lascio abbandonare in Te”.
Caterina lascia Livorno, è “sfollata” vicino a Barga, qui è “serva” di una famiglia non credente che la tratta male, ma riesce ad iscriversi all’Azione Cattolica femminile di cui diviene delegata. Il lavoro, già pesante, le viene aumentato, i suoi padroni le chiedono anche di fare il pane, ma “con Te, o Gesù, tutto riusciamo a fare”. Tra le continue vicissitudini, scrive: “non lasciavo mai il mio rosario e pregavo quando avevo un po’ di tempo”.
Ritornata a Livorno trova la sua casa distrutta e si rivolge alla sua carissima amica Erminia Cremoni, una figura storica del movimento cattolico e staffetta partigiana, che le dice che può trovare ospitalità presso la famiglia Pedini. Qui conosce Pietro Pedini che la sposerà il 28 ottobre 1945, dopo un anno nasce Margherita, l’autrice del volume, e tre anni dopo il fratello Giustino. Caterina già iscritta all’Azione Cattolica Donne, aderisce all’Apostolato della Preghiera e al Terzo Ordine Francescano, ed è proprio con il Saio Francescano che ha voluto essere sepolta.
Il volume di Margherita Bani contiene molte testimonianze della vita della mamma, è significativa quella di Massimo Fantozzi: “Caterina era una donna religiosa è vero, ma la sua spiritualità era concreta, il Vangelo e i precetti cristiani, per lei non rimanevano parole sterili fine a se stesse, ma si traducevano in atti di vera carità e generosità”. Don Piergiorgio Paolini nel fare l’esegesi dei suoi scritti la definisce una donna di fede che instaura una relazione viva con Gesù, e donna si preghiera che, caratteristica fondamentale della vita cristiana, sa “offrire se stessa al Padre”, una donna “del servizio” che è stata una espressione del come si può far crescere la Chiesa.
Andrea Zargani, diacono e vice direttore dell’Archivio Diocesano, ha saputo contestualizzare la vita di Caterina Caponi nella Chiesa livornese. Caterina, ragazza e donna del suo tempo, con la sua esperienza di fede, ha dato un contributo notevole a ciò che i cattolici livornesi hanno compiuto durante la guerra. Zargani ha sottolineato la grande presenza di donne che insegnavano nelle scuole cattoliche e ha tracciato una panoramica delle Associazioni cattoliche presenti sul territorio. Una Livorno dunque molto radicata nella cattolicità, una cattolicità dimostrata dal numero delle Confraternite impegnate non solo nell’assistenza spirituale ma anche da un punto di vista etico.
Nel ricordare l’amicizia di Caterina con Erminia Cremoni, Zargani ha evidenziato un fatto che molti non conoscono e che lui aveva pubblicato nel suo libro “La coscienza rinnovata”. La Cremoni, Presidente dell’Azione Cattolica, riuscì a nascondere molti partigiani, perseguitati politici ed ebrei, nella sede dell’Associazione di Via Calzabigi 28, uno stabile di proprietà della Santa Sede, che usufruendo del diritto di extraterritorialità, la rendeva immune da perquisizioni e arresti!
Al termine della presentazione sono stati numerosi gli interventi dei presenti, Roberto Bani, marito di Margherita, ha proiettato alcune diapositive esplicative attinenti la vita di Caterina.