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Il 25 Aprile è memoria e molto di più
Oggi celebriamo con gratitudine di cittadini il 25 Aprile, il settantasettesimo. E al sessantesimo giorno di nuova guerra aperta in terra d’Europa, nell’Ucraina invasa dalla Russia di Putin, è bene aver chiaro che questa Festa è preziosa e benedetta non solo e non tanto perché è un’occasione di civile memoria, ma perché è una promessa da continuare a mantenere. Una promessa di Liberazione. Liberazione da ogni potere oscuro e ingiusto. E liberazione dalla guerra. Ideali scolpiti in Costituzione e diventati così abituali nell’esperienza personale e comunitaria che ormai si rischia di darli per scontati, magari, di lasciarli piegare ai calcoli del momento.
Ma la liberazione dall’ingiustizia e dall’oppressione è una cosa seria ed è liberazione – mai conclusa, purtroppo – anche dalle propagande che arruolano e istigano (pure in quel dopoguerra occorse tempo per disarmare mani e coscienze…). Ricordiamocene. E ricordiamoci che proprio questo è il processo storico che la vittoria sul nazifascismo ha faticosamente avviato. Quella fatica ha assicurato all’intero popolo italiano tre quarti di secolo di pace e democrazia. Anni luminosi, difficili e persino plumbei, insidiati anche da illiberali e terroristi di opposto colore, ma fermamente difesi da tantissimi e, infine, pacificamente vissuti da tutti. Sino a oggi.
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