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Il cammino al vero è un’esperienza
Le vacanze con molti amici della comunità di Comunione e Liberazione quest’anno si sono svolte dal 4 al 9 agosto a Pila in Valle D’Aosta. L’esperienza che ognuno dei partecipanti ha fatto durante questi giorni ha messo in evidenza l’essere in un luogo dove ciascuno ha potuto guadare tutto sé stesso. Un posto così che allarga la mia ragione, il mio cuore, la mia affezione uscendo dalla fede formale. L’esperienza è ciò che dà origine a tutto, tutto è utile per me. Un percorso umanissimo come quello di Pietro con Gesù. Occorre un io in grado di cogliere quello che c’è. Un’amica racconta :”Mi sono accorta in questi giorni che io sono preferita, preferita dagli amici che hanno preso sul serio questo mio dolore, questa mia ferita. Preferita perché a loro come a me, come a te interessa la mia ferita non per chiuderla, non per metterla a posto ma per andare dentro di essa a scoprire cos’è quel qualcosa che c’è lì dentro”. Questa amicizia, l’amicizia più grande è sostenerci la faccia nel guardare questa luce. ” Noi siamo venuti qui per imparare questa amicizia” così dice Claudio Bottini. “Questa amicizia data da questa vivissima luce”. Andando sui sentieri delle passeggiate abbiamo visto la bellezza del creato che noi però rischiamo di sciupare certe volte. Non imparando per esempio a guardare, ad ascoltare e quindi a far silenzio per far penetrare dentro di sé il Mistero. Tutta questa ricchezza che abbiamo ascoltato durante la serata canti, nel dialogo su Montale comprese le conversazioni tra di noi ha riaperto la domanda: è la fede che noi cerchiamo, che desideriamo imparare o no? O desideriamo un’altra cosa?
Come ripete Julian Carron “noi pensiamo sempre che il problema sia risolvere i problemi mentre la vera questione è approfondire la natura del soggetto che affronta i problemi”.
“Abbiamo già ricevuto tutto nell’incontro con Cristo che abbiamo la grazia di aver fatto, magari in questi giorni. Nessun dono di grazia più ci manca dice San Paolo. Questo lo impariamo nell’incontro con le circostanze. Noi possiamo vivere alla grande ma bisogna volerlo. E’ una lealtà. Tutto dipende da questa mia sincerità di riconoscere quello che è entrato in me. Questa lealtà è innanzitutto il nostro povero sì, al sì di Cristo che ci ha presi, messi insieme e ci ha permesso questo pezzo di strada”.
“Donna non piangere! Non è un modo di dire. Non c’è nulla che possa sospendere quell’impeto immediato di amore, di attaccamento, di stima, di speranza perché è diventato speranza per ognuno, che l’ha visto, che l’ha sentito: “donna non piangere”. Non c’è nulla che può fermare la sicurezza di destino misterioso e buono”.
“Uomo non piangere. La gloria di Dio quella per cui sorregge il mondo, l’universo è l’uomo che vive. Noi Vogliamo questo: che la gloria di Dio sia palesata a tutto il mondo e tocchi tutti gli ambiti della terra e tutti i cuori degli uomini”.
Antonluca Moschetti